A Brescia manifestazione contro la Kyenge. La polizia allontana Lega e FdI per fare spazio ai centri sociali. Momenti di tensione

11 Gen 2014 14:20 - di Francesco Severini

Aveva fissato una due giorni in Lombardia (ieri a Gussago oggi a Brescia) per sollecitare la riforma della Bossi-Fini, la cittadinanza lampo e il diritto al voto per gli immigrati. Ma la visita del ministro dell’Integrazione, Cécilé Kyenge non ha avuto gli effetti sperati. All’esterno dell’auditorium San Barnaba di Brescia, dove la Kyenge ha partecipato a un convegno sui migranti organizzato dalla giunta di centrosinistra, si sono presentati in oltre duecento. Esponenti di Fratelli d’Italia, Lega Nord, Forza Nuova e Forza Italia che hanno manifestato tutto il loro dissenso nei confronti delle politiche del governo sull’immigrazione. «Siamo qui per difendere i diritti degli italiani che in una città come Brescia che ha la più alta presenza di stranieri rischiano di subire un razzismo al contrario» ha spiegato l’assessore lombardo Viviana Beccalossi. L’esponente di Fratelli d’Italia ha anche coordinato «un presidio in piazza per far sapere al ministro Kyenge di non considerarla adatta al ruolo che ricopre». Intervistata da Brescia Oggi, per tutta risposta la Kyenge ha replicato che «il cambiamento è in atto, ineluttabile: a Brescia, in Italia, nel mondo» e che «non bisogna dimenticare il lato luminoso della luna: l’11 per cento del Pil nazionale garantito dal lavoro dei migranti».

Fuori dall’auditorium ci sono stati momenti di tensione. Era presente anche un gruppo di immigrati che intendeva solidarizzare con il ministro Kyenge assieme ad esponenti dei centri sociali. Tra i due gruppi di manifestanti si è frapposta la polizia. All’assessore Beccalossi e agli altri militanti di FdI e della Lega la polizia ha chiesto di allontanarsi: “Io – racconta Beccalossi – ero fuori dalla sala pubblica dove il ministro stava tenendo la conferenza e mi hanno spiegato che dovevamo allontanarci perché arrivavano quelli dei centri sociali che hanno potuto  insultare e gridare slogan. Quando l’11 maggio venne a Brescia Berlusconi sempre ai centri sociali è stato consentito di entrare nella piazza per inveire contro i ministri e gli altri esponenti del centrodestra. Come dire: due pesi e due misure. E noi, tra l’altro, non stavamo insultando nessuno né avevamo intenzione di creare disordini”.  Gli immigrati hanno accusato i manifestanti anti-Kyenge di essere “fascisti” e hanno chiesto a gran voce la modifica della Bossi-Fini. A spiegare l’estrema tensione in città ci sono però i numeri di una vera e propria emergenza sociale. Brescia è infatti diventata in pochi anni una delle tre città d’Italia con il più alto tasso di immigrazione, insieme a Prato e Treviso.

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