Scava scava, per salvare Pompei spunta l’amico “trombato” di Vendola proposto dal ministro Bray

3 Dic 2013 11:22 - di Gloria Sabatini

Dopo la caduta dei muri e degli intonaci di Pompei oggi a rischio crollo c’è anche l’immagine dello ieratico ministro Massimo Bray, di provata fede democratica, molto vicino Massimo D’Alema e discreto amico di Giuliano Amato. Passato indenne le prime ore dopo i danni di tre giorni fa di una bottega dello straordinario sito archeologico, l’inquilino del ministero dei Beni archeologici è alle prese con la scelta del direttore generale del progetto Grande Pompei (che gestirà 105 milioni di euro per il restauro generale) «per realizzare al meglio tutti gli interventi necessari». Su Twitter ha promesso che la nomina avverrà entro il prossimo 9 dicembre ma il punto dolente non è la tempistica, che pure non è delle migliori visto che c’è in ballo entro dicembre la rendicontazione dei fondi europei, ma le modalità sulle quali pesa il braccio di ferro tra Ministero e Palazzo Chigi che puntualmente boccia i nominativi proposti da Bray. Troppo tecnici, replica il governo, o forse troppo distanti dai desiderata dell’esecutivo che vorrebbe Giuseppe Scognamiglio alla poltrona di direttore generale. Finora è saltato il nome caldeggiato dal ministro dalemiano: nulla da fare quindi per Giuliano Volpe, il rettore dell’Università di Foggia, candidato con Sel alle scorse politiche. A Bray non è riuscito il colpaccio di piazzare il trombato eccellente di Vendola sulla poltrona del numero uno del progetto Grande Pompei e da oggi il valzer dei nomi ricomicia: in caso le “larghe intese” sulla gestione del sito archeologico non dovessero andare in porto non è escluso uno spacchettamento dell’incarico, magari una bella diarchia tra direttore, gradito al governo, e vicedirettore amico del ministro amico di Sel. Il titolare dei Beni culturali, del resto, non ha grandi meriti all’attivo, prima della nomina a ministro nessuno sapeva chi fosse tranne la stretta cerchia della sinistra pugliese e lo staff della fondazione Italianieuropei. E oggi non sembra troppo impensierito dalla patata bollente visto che è impegnato con la presentazione della ricerca Io cammino in Italia Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *