Salvini “asfalta” Bossi e diventa il nuovo segretario della Lega

7 Dic 2013 19:56 - di Redazione

Matteo Salvini è il nuovo segretario della Lega, ha infatti vinto il duello con Bossi ottenendo l’82 per cento dei voti. Il nuovo leader ha infatti raccolto 8.162 consensi, Bossi solo 1.833. Insomma, un vero e proprio  “cappotto”.  A favore del neosegretario hanno giocato l’età e l’immagine non contaminata da scandali e fallimenti politici. Il vecchio Senatur  paga invece  lo scotto del caso “Trota” e della storiaccia dell’ex tesoriere Belsito, tutte vicende che hanno spazzato via il vecchio “cerchio magico”. Essendo un congresso straordinario, il nuovo segretario della Lega «avrà un mandato non di tre anni ma finirà quello di Maroni e quindi concluderà nel 2015»: lo ha detto Roberto Calderoli annunciando i risultati delle primarie.

Salvini sarà dunque il primo segretario federale della Lega che non appartiene alla generazione dei fondatori (Bossi e Mroni) , ma è proprio all’ombra di quella generazione che è politicamente nato e cresciuto. A portarlo in politica  fu una “folgorazione” per Umberto Bossi, che per Salvini è ancora «il papà di tutti», quello che «ha visto le cose prima degli altri». Ma il Senatur è anche il maestro da cui ha dovuto emanciparsi, dopo che le divisioni fra il “cerchio magico” di Gemonio e i barbari sognanti  di Maroni avevano trasformato i rapporti nella Lega, ancora prima che arrivassero le inchieste giudiziarie. E così Salvini ha cambiato ruolo: eletto segretario della Lega Lombarda dell’era Maroni, nel giugno del 2012, non ha mai però dimenticato l’affetto per Bossi, con cui – ironia – si è trovato a incrociare la spada alle prime primarie padane che lo hanno incoronato . L’Europa sarà il suo bersaglio, ha promesso. Del resto la conosce bene, Salvini, che è anche parlamentare europeo dal 2009. E prima ancora lo era stato fra 2004 e 2006. A Roma, eletto alla Camera nel 2008, è durato un anno, anche per le polemiche sulle sue uscite.  Ultimo grande bersaglio, le proposte del ministro dell’Integrazione, Cecile Kyenge. «Ministro del nulla», l’ha definita nella calda estate di quest’anno, annunciando un referendum per l’abrogazione di quel «ministero inutile».

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