Obama: «Il 2014 sarà l’anno della svolta economica»

20 Dic 2013 21:50 - di Redazione

È un Obama che cerca di trasmettere ottimismo quello che conversa con i giornalisti nella conferenza stampa di fine anno. Dalla ripresa economica alla fine della guerra in Afghanistan, il presidente americano dipinge un 20114 tutto in rosa. Ma resta ancora l’ombra del caso Snowden, che ha già prodotto grandi guai, determinando uno stop nei negazioni per l’accordo commerciale tra Europa e Usa, che era circondato da grandi attese fino a qualche mese fa, prima che scoppiasse la bomba del Datagate.

L’aspetto che può maggiormente interessare gli europei è quello della crescita economica americana, nella speranza che essa possa riverberarsi  positivamente su tutto il mondo industralizzato. «Il pil è resciuto alla velocità maggiore degli ultimi due anni», dice l’inquilino della Casa Bianca, che così aggiunge: «Il  tasso di disoccupazione è  in calo e la situazione di bilancio migliore». E poi l’iniezione di fiducia espressa con toni enfatici: «Il 2014 può essere l’anno della svolta» per l’economia.  «Ritengo fermamente che il 2014 possa essere l’anno della svolta per l’America. Ci avviamo al prossimo anno con un’economia più  forte dell’inizio del 2013»,  ma molto resta da fare per una crescita più  bilanciata. Il 2014 deve essere l’anno dell’azione per la creazione di lavoro: «Nel 2013 le nostre aziende hanno creato altri 2 milioni di posti di lavoro». Il presidente americano rassicura anche sullo stato delle tensioni internazionali. Entro la fine del 2014, «la guerra in Afghanistan sarà finita. Grazie ai nostri soldati in tutto il mondo, siamo più sicuri».

E ora veniamo alle dolenti note delle intercettazioni a vasto raggio effettuate dalla Nsa. Su questo argomento Obama mantiene un atteggaimento  assai assai cauto, rimandando al mese prossimo, quando, dice, si esprimerà in modo «abbastanza definitivo». Le rivelazioni  della “talpa” Snowden  «hanno danneggiato gli Usa» e  «il modo con cui raccogliamo intelligence». Da segnalere che in questi giorni sono uscite nuove, imbarazzanti rivelazioni sull’attività dei servizi di intelligence di Stati Uniti e Gran Bretagna che dal 2008 al 2011 avevano nel mirino i sospetti di terrorismo, ma anche numerosi alleati, come l’allora premier israeliano Ehud Olmert e il vicepresidente della Commissione europea Joaquin Almunia, che in quegli anni era commissario agli Affari economici

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