Letta ottiene la fiducia. FI e Fratelli d’Italia lo attaccano: «Meglio populisti che servi»

11 Dic 2013 16:09 - di Desiree Ragazzi

Letta ottiene la fiducia (scontata) alla Camera (379 sì, 212 no). Ma sul suo intervento in aula le polemiche sono molto forti, con Forza Italia e Fratelli d’Italia che hanno reagito con parole durissime. «Da quando governano Monti e Letta abbiamo assistito a un fallimento dopo l’altro», ha detto Giorgia Meloni nella dichiarazione di voto. «Inutile che ci diciate che la coperta è corta. Andate a cercare i soldi dove stanno: nelle slot machine, nelle pensioni d’oro, nei soldi che regaliamo ogni anno all’Ue per farci chiamare pigs, maiali. Chi è di centrodestra non può sostenere un governo come questo. E se ci dice che siamo populisti, bene, meglio populisti che servi». Critico Renato Brunetta, capogruppo azzurro alla Camera: «Quello del presidente del Consiglio è un discorso pessimo, arrogante, fuori dal mondo. Un discorso sul nulla, in attesa dei diktat di Renzi, in attesa che Renzi riempia il programma di Letta di nuovi contenuti». Brunetta ha attaccatto a testa bassa. Nella sua dichiarazione di voto ha ribadito il no alla fiducia al governo e definito il nuovo metodo dell’esecutivo un “dettato scolastico” da parte dei dem. Il premier è un “fantasma” e Alfano non ha ottenuto nulla di quello richiesto il 2 ottobre scorso, neanche – ha detto – la riforma della giustizia. È questo il prezzo che le è stato chiesto da pagare?», si è chiesto. Brunetta ha contestato quindi la “legittimità” dell’attuale governo sostenuto da una maggioranza “incostituzionale”. «Invocare le elezioni – ha affermato tra l’altro – non è una dannata moda. Lo era – ha continuato rivolgendosi al capo dello Stato Giorgio Napolitano – nelle realtà di stampo sovietico ma non lo è in un sistema democratico». Per il capogruppo azzurro è naufragata la pacificazione e ha definito “malate” le fondamenta dell’esecutivo e la stabilità invocata dal premier una ”stabilità del cimitero”. Brunetta ha chiuso il suo intervento sottolineando i risultati fallimentari dell’economia e ha contestato i dati economici snocciolati dal presidente del Consiglio come falsi: «Non giochi con i numeri, non faccia il Saccomanni».

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