Il Mattinale ironizza su Bambinello Giorgetto e poi ricorda come si chiede l’impeachment

19 Dic 2013 21:00 - di Redazione

Un corsivetto al curaro che paragona Napolitano al Bambinello del presepe. A seguire un prontuario su come avviene l’impeachment di un presidente della Repubblica. Un attacco al calor bianco contro il presidente della Repubblica, quello apparso oggi su Il Mattinale. La nota politica redatto dallo staff del gruppo Forza Italia alla Camera dedica gran parte della sua edizione a Napolitano. E non per elogiarlo. «Apprendiamo con stupore e meravigliata dolcezza – si legge nel corsivetto irridente – che Natale ci riserva un dono favoloso. L’Italia non sta tanto bene, ma nella grotta, tra l’asino e il bue, quest’anno giacente nella mangiatoia del Quirinale ci sarà un nuovo bambinello, comincia per G come Gesù ma non è lui, è Giorgetto».  E ancora:  «Che cos’ha Giorgetto nel piccolo e coraggioso petto? “Parole di verità”. Proprio così. Fiducia e parole di verità per tutti i poveri e i pastori. Egli le pronuncerà nel discorso di Capodanno, ora dopo aver  “sigillato come una fortezza” il Quirinale, mica che qualcuno glielo porti via, se ne va nella sua capannuccia di Villa Rosebery da cui si “vede Capri” a “limare” le sue “mirabili perifrasi”». Un corsivo che chiosa sarcastico: «Lasciamo godere ai talebani della stabilità le profezie sulla Santa Notte di Capodanno dove sventola il gonfalone di Re Giorgio».
Il Mattinale continua passando in rassegna regole e casistica della «messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica», «in Italia, chiamata impropriamente impeachment». Si parte con la tavola che ricorda gli articoli della Costituzione, dall’87 al 91, che riguardano il Presidente della Repubblica. Il capitolo successivo, titolo rosso su campo celeste, riguarda appunto tutte le fasi della messa in stato d’accusa. Il successivo capitolo è dedicato ai precedenti, e, dopo il caso Cossiga-Gladio, si ricorda che «nella scorsa legislatura (XVI), il Comitato per i procedimenti d’accusa si è riunito una sola volta, per decidere in merito ad un atto di denuncia nei confronti del Presidente della Repubblica.  Il rimando al caso Stato-mafia e al procedimento che fu chiesto da Carlo Taormina nei confronti di Giorgio Napolitano e successivamente archiviato. Tanto per chiarire che l’offensiva contro il Quirinale è appena cominciata.

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