I referendum dei radicali sulla Giustizia “rimessi in vita” da Forza Italia: puntiamo a una riforma vera
Appuntamento alla Sala stampa di Montecitorio per parlare di giustizia. Il gruppo Forza Italia alla Camera ha tenuto una conferenza stampa sul pacchetto di proposte che intende presentare perché in materia«il governo Letta ha fatto molti annunci e promesse che si sono tutti rivelati inutili balbettii». A parlare è il capogruppo di FI, Renato Brunetta, affiancato da Maria Stella Gelmini e Gianfranco Chiarelli. «Le norme svuota carceri – ha aggiunto il capogruppo di Fi a Montecitorio – sono una presa in giro natalizia. Si tratta di pannicelli caldi che servono a coprire la cattiva fede del governo su questa materia, cattiva fede aggravata dal fatto che palazzo Chigi si fa condizionare dalla lobby dei magistrati». La critica di Brunetta è implacabile: non è più tempo di varare provvedimenti d’urgenza, come quello di alleggerire le patrie galere di circa tremila detenuti, secondo le misure recenti presentate dal ministro Cancellieri. È il momento di fare scelte strutturali e coraggiose. Invece «sui problemi della giustizia il governo Letta non sta facendo assolutamente nulla. Lo stesso ministro Annamaria Cancellieri avrebbe potuto cogliere l’occasione, con una buona riforma, di riscattarsi dalle recenti disavventure sulle quali siamo stati assolutamente garantisti», è la lettura di Brunetta, che non risparmia neanche il vicepremier ed ex compagno di partito. «Anche Angelino Alfano – ha aggiunto – avrebbe potuto riscattarsi dalle sue recenti scelte politiche, ma evidentemente anche lui si fa troppo condizionare dalla magistratura». Via, dunque, con 10 proposte di legge, le prime sei riassumono i quesiti referendari sulla giustizia bocciati dalla Corte di Cassazione per carenza delle firme. Altre 4 iniziative legislative riguardano la limitazione delle intercettazioni, la responsabilità civile dei magistrati e la custodia cautelare. Brunetta ha sottolineato che non c’è nessuna coincidenza temporale con le misure annunciate in questi giorni dal governo, che giudica una sorta di «schiuma frenata» che non risolverà nessun problema.