Dopo il sesso a contratto, il bracciale di diamanti in regalo: stavolta in manette finisce un sindaco del Casertano
Perché pagare profumatamente un gioiello da regalare alla compagna se si può ricevere gratuitamente come segno di gratitudine da un amico? Deve aver pensato più o meno così, secondo gli inquirenti, il sindaco di Sant’Arpino, comune della provincia di Caserta, Eugenio Di Santo, arrestato dai carabinieri di Aversa con l’accusa di tentata concussione. Militante di Alleanza democratica (il partito fondato di Willer Bordon da una costola del Pd), nel Partito socialista fino al 2009, il primo cittadino dell’antica città di Atella, famosa nel mondo letterario per essere stata la culla del teatro italiano, avrebbe abusato del suo ruolo pretendendo (inascoltato) un braccialetto di diamanti del valore di 2-3 mila euro dall’imprenditore che si era aggiudicato l’appalto per la mensa dell’istituto scolastico comprensivo del Comune, «convincendolo inoltre più volte ad incontrarsi con la scusa di dover discutere del menù relativo ai bimbi affetti da celiachia». Gli episodi, che hanno portato Di Santo agli arresti domiciliari, sono emerse in seguito alle indagini nate dalla denuncia dell’imprenditore, che opera nel Casertano, e condotte dalla Procura di Napoli Nord con intercettazioni ambientali e telefoniche. Non riuscendo ad avere il prezioso il sindaco ha anche offerto all’imprenditore l’alternativa di pagare una somma di danaro corrispondente al valore del braccialetto, somma da girare a un giudice, che però è risultato essere un personaggio inventato. Nel corso dell’ultimo incontro, intercettato dai carabinieri, Di Santo, per farsi consegnare il danaro, ha fatto leva invece sulla provvisorietà del contratto d’appalto, di durata annuale, facendo capire all’imprenditore che avrebbe dovuto «ragionare in prospettiva». Anche in questo caso, l’operatore, ha rifiutato. Coraggioso.