Atroce aggressione mafiosa a Palermo: preso a martellate per non aver pagato il pizzo
La mafia c’è sempre, anche quando non fa rumore. Stavolta però il rumore l’ha fatto. E nel modo più atroce. Un commerciante palermitano è stato preso a martellate per essersi rifiutato di pagare il pizzo alle cosche. È miracolosamente sopravvissuto. Ma la storia rimane agghiacciante. Il negoziante aveva cercato in tutti i modi di opporsi al taglieggiamento: i boss pretendevano da lui il pagamento di tremila euro per “sanare“ l’apertura del negozio senza l’“autorizzazione“ mafiosa. Aveva rifiutato tutte le mediazioni. Aveva tentato perfino un bluff: «Ho denunciato tutto alla polizia», aveva detto ai suoi estorsori. Poi il 2 novembre, dopo un battibecco con un minore che gli aveva dato dello “sbirro”, è scattata la spedizione punitiva. Un raid documentato dalle telecamere di sorveglianza istallate nell’esercizio. Una scena degna di Pulp Fictiom, ma orribilmente reale: Massimiliano Di Majo, 26 anni, ha colpito il negoziante 13 volte con un mazzuolo, un grosso martello utilizzato dai muratori, lasciandolo per terra con numerose ferite al volto e in testa. Di Majo si è accanito anche contro il genero del commerciante, rimasto due giorni in coma. L’operazione della squadra mobile ha portato all’arresto di otto persone. Tra loro anche anche un “emergente” che gli investigatori indicano come il nuovo capomafia della Noce, Giuseppe Castelluccio, di 37 anni. Con lui sono finiti in carcere anche Carlo Russo, di 53 anni, Giovanni Buscemi, di 45, e Marco Neri, di 39. L’accusa per tutti è di associazione mafiosa. Insieme a Di Majo sono stati inevce arrestati per l’aggressione Angelo De Stefano e il marocchino Chercki El Gana; per loro l’accusa è di tentato omicidio ed estorsione. L’aggressione è stata ricostruita grazie alle immagini riprese dal sistema di videosorveglianza che lo stesso commerciante aveva fatto installare nel suo negozio.