A Scampia donne e bambini in marcia contro il degrado. Taglialatela: «Lunedì riunione della commissione regionale sulla casa»
Cittadini, donne e bambini in piazza a Scampia, quartiere di Napoli, per chiedere una soluzione definitiva per gli ultimi occupanti delle Vele, i fatiscenti edifici piramidali noti negli anni scorsi per lo spaccio di droga e gli omicidi legati alle faide camorra. Durante il corteo, organizzato dal Comitato Vele la cui sede nella notte è stata danneggiata da un incendio doloso, i manifestanti hanno paragonato i palazzoni a carceri speciali. «Sono da abbattere. Da anni – ha detto un portavoce del comitato – chiediamo lo sblocco dei cantieri nell’area per consentire la consegna degli alloggi agli assegnatari e trovare una soluzione per le altre 300 famiglie che nel frattempo hanno occupato altre case nelle Vele». Alla fine del corteo i cittadini si sono riuniti in una sala della Municipalità dove, denunciando la mancanza delle istituzioni invitate per tempo all’assemblea, hanno lasciato libera la prima fila di sedie scrivendo i nomi degli assenti a partire da sindaco e presidente della Regione. «Scampia – ha spiegato uno dei partecipanti – è un quartiere tagliato fuori dal mondo con un’unica fermata della metropolitana, un’eterna incompiuta ai limiti del quartiere con scale mobili mai consegnate ed un parcheggio rifugio di tossici. Chi ci abita resiste o perché è in attesa, ormai da anni, di un nuovo alloggio o perché, non potendo permettersi una casa, ha occupato abusivamente i locali i piani liberi delle Vele». Un problema reale, tant’è che per lunedì Marcello Taglialatela, che presiede su delega del governatore Caldoro l’osservatorio regionale sulla casa, ha convocato una riunione della commissione. «Speriamo – dice – che venga anche il rappresentante del Comune. Il problema della casa a Napoli è serio e non riguarda solo Scampia ma anche altri quartieri della città e dell’hinterland. Si tratta di persone che non hanno alternative e che hanno occupato interi palazzi perché sono disperate, si tratta quindi di un’emergenza di carattere sociale. In città non c’è bisogno di costruire nuove abitazioni ma di utilizzare riconvertendo, ristrutturando edifici pubblici attualmente in disuso. La politica ha un ruolo importante nel cercare di risolvere questo problema: si tratta di persone che hanno un’oggettiva difficoltà, alcune volte c’è un’ingerenza della malavita organizzata, ma questo è un problema di polizia, la politica deve dare una risposta all’emergenza».