Sfidò i talebani: premio Sakharov alla sedicenne pachistana Malala

20 Nov 2013 18:01 - di Antonio Pannullo

Malala Yousafzai, la sedicenne pachistana che ha sfidato i talebani per il diritto all’istruzione, ha ricevuto nell’emiciclo di Strasburgo dal presidente Martin Schulz il premio Sakharov per la libertà di pensiero, attribuito dal Parlamento Ue per la libertà di pensiero. In occasione del 25° anniversario del premio, sono presenti 22 precedenti vincitori. «Dedico questo premio alle Aung San Suu Kyi (vincitrice del premio nel 1990, ndr) del Pakistan e del mondo che combattono per i diritti umani nel mondo», è uno dei passaggi del discorso della ragazza pachistana che davanti alla plenaria di Strasburgo dopo la consegna del Premio Sakharov ha poi lanciato l’appello a «cambiare l’ideologia del potere: la potenza dei Paesi non deve essere giudicata sulla base della potenza dei loro eserciti e marine, vera superpotenza è un Paese pieno di talenti, non quello che ha migliaia di soldati». Malala Yousafzai è diventata «un simbolo nella lotta per i diritti civili e per il diritto allo studio delle donne, oltre che un simbolo per tutti i bambini del mondo», ha da parte sua affermato la vicepresidente del Parlamento europeo, Roberta Angelilli. «A milioni di bambini, la maggior parte bambine, ancora oggi è negato il diritto allo studio. Malala, per affermare questo diritto, ha messo a rischio la propria vita e la sua drammatica esperienza deve costituire un monito per tutti noi: c’è ancora tanto da fare per i diritti dei minori», ha osservato la vicepresidente dell’Europarlamento. Per questo motivo, la Angelilli ha sottolineato che insieme a Unicef ed Eurochild sarà presentato il Manifesto per i diritti dei minori, che mira a sensibilizzare le istituzioni comunitarie «verso il rispetto e la tutela dei diritti dei minori come tematiche centrali delle scelte politiche negli anni a venire. L’Ue ha compiuto importanti progressi per garantire un maggiore rispetto dei diritti dei bambini, ma in Europa ancora oggi un bambino su quattro è a rischio povertà e circa 250 mila bambini scompaiono ogni anno». Si tratta di dati impietosi che secondo la Angelilli «devono spingere tutti ad attivarsi per realizzare una difesa reale, concreta e costante dei bambini».

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