Sardegna, due indagini per disastro colposo. Mistero su un “avviso” inascoltato. Domani il lutto nazionale
Il Consiglio dei ministri ha proclamato per domani il lutto nazionale per le vittime della Sardegna, che ora sono anche al centro di due diverse inchieste per disastro colposo: una della Procura della Repubblica di Tempio Pausania, l’altra di quella di Nuoro. Si indaga soprattutto sull’adeguatezza delle strutture, delle infrastrutture e delle progettazioni: la magistratura inquirente ha chiesto ai Comuni maggiormente coinvolti i progetti, le delibere, le pianificazioni urbanistiche e tutto quanto possa consentire di far chiarezza su opere stradali, manufatti, edifici che non hanno retto alla furia di Cleopatra. Intervistato dal Corriere della Sera, il pm di Tempo Pausania, Riccardo Rossi, ha parlato di tre fascicoli separati: «Uno sulla voragine della strada fra Tempio e Olbia, un secondo sulla devastazione nella città di Olbia e un altro ancora su quel che è successo ad Arzachena». Allo stato attuale i fascicoli sono contro ignoti e saranno poi le indagini e l’analisi della documentazione richiesta a definire chi, eventualmemte, dovrà essere iscritto. Nelle inchieste, tutte basate su valutazioni tecniche, non entrerà invece il tema delle allerte e dei tempi con cui sono state diramate. «Usarle significa rischiare di paralizzare tutto, perché si entrerebbe nella logica che siccome io ho dato l’allerta allora sono a posto. Sarebbe un moltiplicarsi di allarmi per lavarsi le mani dalle responsabilità», ha spiegato il magistrato, sottolineando che «il problema, se esiste, sta a monte, nelle costruzioni fatte come non si devono fare o nelle manutenzioni». Ma se non saranno oggetto di inchiesta, le allerte sono comunque motivo di polemica. Ancora il Corsera ha rivelato modalità e tempi con cui sono state diramate: via fax, domenica pomeriggio. In particolare, alle 14.12 è partito l’allarme del Centro funzionale della Protezione civile, alle 16.30 la Regione l’ha girato con i fax ai singoli Comuni. Gli uffici, però, erano chiusi e così la prima comunicazione arrivata a destinazione è stata un sms serale sui cellulari dei sindaci. Ma «modelli fisici-matematici avevano previsto da giovedì quello che sarebbe successo lunedì», ha detto il direttore di ilmeteo.it, Antonio Sanò, di fatto puntato l’indice sui ritardi. Una lettura che il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, rifiuta, spiegando che «quando c’è un avviso di criticità moderata e elevata ci si attrezza per verificare. Noi non facciamo una previsione metereologica, ma una previsione sugli effetti al suolo, che va monitorato e sorvegliato». Quindi, Gabrielli ha invitato a evitare «accuse e generalizzate». «Anche oggi – ha detto – ho letto cose disdicevoli, sembra che voglio accusare e scaricare: io mi picco di voler ribadire quelle che sono le leggi, se non si capisce di chi sono le responsabilità ci adeguiamo allo sport di tutti responsabili, nessuno responsabile». «Atteniamoci alle regole – ha esortato Gabrielli – ognuno stabilirà di chi sono le responsabilità, dal mio punto di vista sono molto chiare».