L’allarme del capo della Polizia: «Con questi tagli non siamo in grado di garantire la sicurezza sul territorio»

25 Nov 2013 9:46 - di Redazione

«Tutti mi chiedono di aumentare il livello di sicurezza sul territorio, ma con 15.000 poliziotti in meno non possiamo offrire lo stesso grado di qualche anno fa». Lo ha detto il capo della Polizia, Alessandro Pansa, che ha parlato davanti a un centinaio di funzionari del Dipartimento sicurezza del ministero dell’Interno, così come riportato da Repubblica. «Nel 2014  – ha detto il capo della Polizia – saremo 94mila e non possiamo darci i compiti come se fossimo ancora 110mila». Pansa ha anche messo in guardia sulle ipotesi di taglio di prefetture e questure legato all’eliminazione delle province che, a suo avviso, non bisogna trattare questi temi solo dal punto di vista politico o dei tagli di spesa. Le parole del numero uno della Polizia italiana si incrociano con i dati, ancora non resi pubblici, del Viminale. I numeri confermerebbero come la crescita dei reati sia direttamente proporzionale a quella dei tagli al comparto.  Poi l’allarme senza precedenti: «Ogni tanto qualcuno mi chiede di aumentare il livello dei controlli in alcune città o in alcune parti del Paese. Voglio essere chiaro con tutti, oggi non siamo in grado di accrescere la sicurezza in nessuna parte del territorio». Come riporta il quotidiano «è la prima volta che dalla massima autorità della sicurezza del Paese arriva un segnale così forte di “resa” alla criminalità». Un allarme rivolto al mondo della politica e in particolare al ministro dell’Interno, Angelino Alfano che, sul tema non ha ancora fornito alcuna risposta.

E una risposta la attendono anche i sindacati di Polizia che giovedì scorso hanno protestato davanti a Palazzo Chigi. «Per quel che riguarda la legge di stabilità – ha detto Nicola Tanzi, segretario generale del sindacato di polizia – contestiamo il rifinanziamento del progetto “città sicure” con 40 milioni di euro, sono soldi persi per le inutili pattuglie miste coi militari; dal 1995 non è partita la previdenza complementare; abbiamo un blocco di quattro anni degli stipendi, maggiore rispetto al restante pubblico impiego. Vogliamo incidere sul governo affinché nel ddl stabilità siano previste risorse e provvedimenti adeguati».

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