L’acquazzone ha “colpito” l’Ara Pacis: mai accaduto in 70 anni, la sinistra rifletta
21 Nov 2013 17:08 - di Antonio La Caria
«Dal Messaggero apprendiamo che la tempesta di questi giorni ha allagato la teca dell’Ara Pacis, arrivando a bagnare lo stesso monumento, sul quale sono dovuti intervenire di corsa restauratori e manutentori. Mentre si celebra il bimillenario di Augusto, il monumento simbolo della sua politica e della sua vita subisce l’oltraggio dell’esposizione all’acqua piovana e alle intemperie». Ad affermarlo è Marco Marsilio, portavoce regionale del Lazio di Fratelli d’Italia. «Mai era accaduta una cosa simile negli oltre settanta anni di esposizione al pubblico dopo il suo ritrovamento negli anni Trenta. La vituperata teca di Morpurgo non aveva mai ceduto a un’acquazzone. Venne demolita per far posto a quella modernista di Meier, che fa a cazzotti con l’estetica e l’architettura del centro storico di Roma, su spinta del sindaco Rutelli, che per giustificare la sua crociata fece produrre dalla soprintendenza comunale relazioni e pareri che descrivevano lo stato di pericolo che correva il prezioso monumento, a causa della inadeguata copertura e protezione del vecchio involucro. La nuova teca di Meier avrebbe invece garantito piena protezione e lunga vita all’Ara Pacis. Scopriamo, invece, che basta un acquazzone per provocare danni. Corollario immancabile, il palleggio delle responsabilità, con gli architetti dello studio Meier impegnati a spiegare che la colpa sarebbe della mancata manutenzione del Comune. Ci sarà mai un giudice a Roma che voglia davvero indagare sulle ragioni che portarono a demolire la teca di Morpurgo, mettendo in pericolo un prezioso reperto della Roma antica, per realizzarne una nuova, costata milioni di euro, che non protegge il monumento e lo espone anzi a danneggiamenti ormai accertati?».