Da promessa del calcio tedesco a jihaidista: muore in Siria un ex compagno di squadra di Boateng

18 Nov 2013 21:09 - di Redazione

Da ragazzo giocava a calcio con futuri campioni del calibro dell’ex milanista Kevin-Prince Boateng e di Sami Khedira del Real Madrid. Con loro scendeva in campo per la nazionale tedesca, nell’under 16 e nell’under 17. Poi Burak Karan, nato in Germania da una famiglia di origini turche, ha scelto la strada dell’estremismo religioso. Che l’ha portato a morire in Siria sotto le bombe dell’aviazione del regime di Bashar al Assad. A 26 anni. E’ stato il tabloid tedesco Bild a dare per primo la notizia dell’uccisione di Karan, che per anni aveva rincorso il pallone in diverse squadre di Bundesliga, la serie A tedesca. Il giovane è morto in una cittadina vicino Azaz, due chilometri a sud del confine con la Turchia. E i suoi amici di un tempo ora sono sconvolti dalla notizia. «R.I.P. fratello mio Burak K.!! Non dimenticherò mai il tempo trascorso insieme, tu eri un vero amico!», ha scritto in un tweet Boateng. Si pensa che Karan sia potuto morire combattendo al fianco degli islamisti radicali, cui si era legato già in Germania, a Wuppertal, sua città natale. Ci sarebbe un video postato postumo su youtube a suffragare quell’ipotesi: in una foto Karan ha la barba lunga e un kalashnikov in mano. «I mujahidin di Azaz hanno raccontato di come abbia fatto irruzione nel territorio degli infedeli come un leone, con la gioia di combatterli», recita una voce. Eppure il fratello di Burak, Mustafa, non vuole credere che fosse diventato un islamista combattente: «Cercava sempre video in internet dalle zone di guerra. Era disperato, pieno di compassione per le vittime. Così ha iniziato a pensare a come aiutare i suoi fratelli nella fede». Sarebbe partito per la Siria con la moglie e i due figli per distribuire meglio gli aiuti, sostiene il fratello. La procura generale dello Stato ha intanto aperto un’indagine su Karan per sostegno a una rete terroristica internazionale. Per ora sono solo sospetti iniziali, si precisa. Un ex allenatore di Burak, Marcus Olm, dell’Hannover 96, ricorda come “già allora fosse molto credente. Negli spogliatoi aveva il suo tappeto per le preghiere. Ma nessuno poteva immaginare che sarebbe diventato un estremista islamico”. Per un compagno di squadra dei tempi dell’Hansa Rostock, Mustafa Kucukovic, invece è “impossibile” che Burak fosse diventato un terrorista. «Durante l’adolescenza è stato un mio amico stretto. Cosa sia successo dopo di allora non lo so, e non lo posso cambiare!», ha twittato ancora Boateng per chiarire meglio il senso del dolore espresso. Che non ha nulla a che vedere con le scelte di vita di Karan. Qualunque siano state

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