Caso Ligresti. La Cancellieri smentita dai tabulati telefonici. E il Pd si spacca sulla mozione di sfiducia dei Cinquestelle

15 Nov 2013 10:41 - di Romana Fabiani

Non tiene più la versione del ministro Cancellieri sull’aiutino a Giulia Ligresti: dopo aver smentito in Parlamento qualsiasi relazione con la scarcerazione della figlia del faccendiere milanese, ora viene smentita dai tabulati telefonici nelle mani degli inquirenti. Si rialza la polemica dopo l’archiviazione del caso politico con l’informativa del ministro. La frequenza e la tempistica delle telefonate tra il ministro, suo marito e i Ligresti, raccontano di un rapporto continuo che si infittisce dal giorno dell’arresto della famiglia Ligresti. Tra il 17 luglio e il 21 agosto per tre volte la Cancellieri alza la cornetta e chiama i familiari degli amici sotto inchiesta. E tra il 17 luglio e la prima settimana di agosto, nella fase decisiva per decidere sulla permanenza in carcere di Giulia Ligresti, Sebastiano Peluso, il marito del ministro Cancellier, chiama per ben sei volte lo zio di Giulia, Antonino. La tesi della telefonata di solidarietà umana verso una famiglia di vecchi amici caduta in disgrazia, non regge più. La solidarietà si dà una volta, non nove volte in un mese, due alla settimana.

In vista del voto sulla mozione di sfiducia presentata dai Cinquestelle, che è stato anticipato a mercoledì 20 novembre, i partiti tornano a dividersi e non è escluso che l’iniziativa grillina possa fare breccia in alcuni  settori del Pd. Beppe Grillo ha già fiutato il vento in poppa e rialancia: «Nella vicenda del ministro Cancellieri – ha detto dalla Basilicata dove si vota domenica –  il problema non è lei ma il figlio (ex direttore generale di Fonsai, carica lasciata con una lauta buonuscita) che è stato pagato per non dire quello che ha visto».

A largo del Nazareno anche in questo caso l’unanimità non è di casa e la mediazione tutta in salita è affidata al ministro Dario Franceschini per il quale, neanche a dirlo, il caso è chiuso. Intanto Giulia Ligresti nella prima intervista televisiva dopo l’arresto si dice dispiaciuta «per chi ha subito danni per questa storia» e anche per le conseguenze su Annamaria Cancellieri finita nei guai per essersi interessata, “da amica di famiglia” alle sue condizioni di salute. In carcere dal 17 luglio, quando venne arrestata insieme al padre e alla sorella Jonella in merito alla vicenda Fonsai, è rimasta nel carcere di Vercelli fino alla fine di agosto, quando – dopo aver perso circa sei chili –  il tribunale di Torino le concesse i domiciliari. Tornata libera lo scorso 19 settembre, parla anche dei guai che hanno travolto la sua famiglia: «Ho tentato più volte di chiedere una diminuzione dell’aumento di capitale, ma non è stato possibile. L’aumento è stato deciso in un momento di tempesta perfetta sui mercati, con lo spread sopra 500». Un’operazione per la quale, in un’intercettazione, la Ligresti aveva criticato proprio Piergiorgio Peluso, il figlio del ministro Cancellieri che all’epoca era direttore generale di Fonsai e che ora è uno dei principali teste d’accusa della procura di Torino nel processo che si aprirà il prossimo 4 dicembre.

 

 

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