Anche il Giappone celebra D’Annunzio. Solo in Italia c’è ancora chi storce il naso…
Non è un caso che l’Università di Tokyo dedichi un omaggio a Gabriele d’Annunzio nel 150° anniversario della nascita. La sua grandezza è acclarata in tutto il mondo, solo in Italia c’è chi continua a storcere il naso per motivi politici. Nella vorace curiosità intellettuale ed estetica del Vate per i saperi, le conoscenze, le sensazioni, gli amori, il Giappone occupò un posto di primo piano,un’attenzione venata di palese ammirazione che durò per oltre cinquant’anni. La mostra iconografica che si apre il 2 novembre – la prima in Giappone – è sì una celebrazione dell’opera letteraria del Vate e del suo impatto stilistico, che ha influenzato scrittori come Yukio Mishima, ma è soprattutto un omaggio alla figura di d’Annunzio come precursore dello “stile italiano”, in termini di originalità e raffinatezza. «Nel Giappone nei dintorni di Kyoto abiterò un vecchio tempio di legno fra i ciliegi lievi e gli stagni coperti dai fiori del loto e i sorrisi discreti dei bonzi…». Così scriveva d’Annunzio il 21 luglio 1923, e nel maggio del 1900 aveva scritto: «Un altro Impero…, quello del Sol Levante, dà l’esempio inaudito d’una trasformazione che sembra piuttosto una creazione portentosa. E qui l’orgoglio di stirpe trionfano e divorano insaziabilmente. Coloro i quali vinsero il Figlio del Cielo, oggi aspirano a tutte le conquiste». In queste due citazioni convivono due momenti dell’attrazione per l’Impero del Sol Levante: un’ ammirazione estetica per un Giappone creatori di oggetti e sensazioni raffinate, di suggestivi ed eleganti ornamenti delle donne alla moda dell’aristocrazia. Dall’altro il Vate ammirava nel Giappone la capacità “guerriera” e la determinazione di una Nazione che diveniva artefice dei propri destini, mutando la sua condizione da voluto secolare isolamento in una aggressività imperialista.
Parte del percorso espositivo si compone di oggetti, abiti, fotografie e altri pezzi originali provenienti dal Vittoriale degli degliItaliani, per accompagnare il pubblico giapponese in un viaggio attraverso la geniale eccentricità e l’audace creatività dell’estetica dannunziana. Contestualmente verrà riservata una sezione anche al d’Annunzio patriottico, stratega e condottiero che, attento al progresso tecnologico, progettò il raid aereo Roma-Tokyo a cui però non poté partecipare di persona, avendo deciso di occupare Fiume con i suoi legionari. Non è un caso che lo accompagni in questa impresa un fedele amico giapponese, Harukichi Shimoi, un fine intellettuale, ardente studioso di Dante e appartenente ad un’antica famiglia di samurai. Ebbe un ruolo fondamentale per permettere a d’Annunzio di approfondire la cultura giapponese e in particolar modo la poesia. Un legame reciproco, svelato dai documenti presenti negli archivi del Vittoriale che attestano come le opere dannunziane nei primi decenni del Novecento venivano lette e tradotte in varie parti nel mondo, non ultimo dell’Estremo Oriente: molti lettori giapponesi lo leggevano con entusiasmo. In occasione del simposio inaugurale della mostra, che si terrà il 2 novembre presso l’Università di Tokyo, la presentazione di d’Annunzio poeta e antesignano dello stile italiano sarà curata da Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani e artefice di questa operazione culturale. Sull’intensa rete di rapporti culturali tra il Vate e il Giappone e, in particolare, sull’influenza dannunziana nelle opere di Mishima, parlerà, invece, il professor Takeshi Inoue, uno dei maggiori esperti di d’Annunzio in Giappone.