Mario Zicchieri dimenticato da Marino: errore dello staff o voglia di rimozione?

29 Ott 2013 20:48 - di Antonio Pannullo

Neanche una parola. neanche una riga. L’amministrazione del comune di Roma ha totalmente dimenticato Mario Zicchieri, il sedicenne – sedicenne! – assassinato ormai 38 anni fa nel quartiere Prenestino, di fronte alla sezione del Msi di cui era entusiasta militante, da tre killer rimasti a tutt’oggi sconosciuti. Quelli che si pensava potessero aver commesso il delitto sono stati assolti, perché il principale imputato, il brigatista rosso Valerio Morucci, che poi ebbe un ruolo importantissimo nell’affaire Moro, doveva fare luce su quest’ultima vicenda, e non certo su quella di un “fascista” morto in una periferia dimenticata. Zicchieri, detto Cremino dagli amici perché era ghiotto dell’omonimo gelato, si trovava di fronte alla sezione di via Gattamelata, al Prenestino, una delle sedi del Msi storicamente più bombardate e assaltate dall’estrema sinistra in quegli anni. Con lui, altri due ragazzini della stessa età, Marco Luchetti, ferito gravemente, e che ancora oggi porta addosso i segni di quel giorno, e Claudio Lombardi, che trovandosi leggermente dietro i due, non fu colpito dal fuoco spietato di gente che intendeva «terrorizzare i fascisti a Roma», come dissero negli anni successivi alcuni brigatisti. La sua comunità, questo è certo, non l’ha mai dimenticato: ma ora che sono passati quasi quarant’anni da quei tempi, ora che a parole si chiede la pacificazione nazionale, ora che gli odii dovrebbero essersi – ce lo auguriamo – sopiti, ora il sindaco di Roma Ignazio Marino oltraggia in qualche modo la memoria del giovane innocente assassinato e lascia sfilare senza parlare l’anniversario. Non ci si aspettava una corona di fiori, né la presenza di un qualsiasi esponente della maggioranza capitolina sul luogo dove la stessa amministrazione ha dedicato un giardino, al Pigneto, ma almeno una nota d’agenzia, un ricordo anche formale, per far capire che la città non dimentica i suoi morti di terrorismo. La memoria delle vittime, l’hanno sempre detto tutti,deve essere condivisa, altrimenti non è patrimonio comune. Ma se proprio coloro che dovrebbero favorire questo difficilissimo e ostico e processo di riappacificazione cadono, ecco che tutto diventa più doloroso per tutti. L’hanno ricordato esponenti di Fratelli d’Italia in municipio e in Campidoglio, ma il cordoglio deve essere unanime, altrimenti non ha senso. Vogliamo sinceramente sperare che si sia trattato di una débacle dello staff del nostro nuovo sindaco, che non gli ha ricordato l’anniversario: meglio un piccolo errore che una spietata volontà.

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