Con Alitalia vacilla un altro ex “colosso” italiano: Moody’s declassa Telecom e il titolo crolla in Borsa
Non bastava Alitalia, anche un altro colosso italiano (ma destinato agli spagnoli di Telefonica) vacilla. Dopo il declassamento del suo rating, la reazione dei mercati per Telecom non è stata per nulla favorevole. L’avvio di seduta a Piazza Affari dopo il taglio a livello “spazzatura” dei titoli da parte di Moody’s è stato pesante. Il titolo cede l’1,94% a 0,6 euro in una giornata che vedrà il Consiglio dei ministri esaminare i decreti sulla “golden power”. Secondo Kepler, che continua a considerare il prezzo del titolo conveniente, il taglio a “junk” era atteso anche se l’aspettativa era che le agenzie di rating aspettassero il piano all’esame del Cda del 7 novembre prima di esprimersi. Il temuto declassamento del rating di Telecom era arrivato a sorpresa ieri sera: Moody’s ha tagliato a Ba1 il giudizio sul merito di credito, etichettando come “spazzatura” i bond. Pronta la risposta dell’azienda: «Il gruppo è solido a livello industriale e finanziario». Ma la reazione dei mercati non lascia presagire nulla di buono. Intanto, ai piani alti, si assistono a nuovi movimenti nell’azionariato. Dopo il riassetto di Telco, con l’accordo che ha portato Telefonica a detenere (in potenza) il 14,78% del gruppo telefonico, ora emerge un altro azionista “forte”, Blackrock con il 5,13%: siamo ancora lontani da poter dire “public company” ma c’è aria di novità. Sul fronte politico invece si riaccende il tema della rete, al tavolo del Consiglio dei ministri si parlerà di “golden power”, ovvero si cercherà di individuare le procedure di attivazione dei poteri speciali nelle comunicazioni (oltre che nei settori dell’energia e dei trasporti). Il downgrade era nell’aria, ma le recenti dimissioni di Franco Bernabè, anche per gli analisti di Moody’s come per S&P, aumenta il livello di incertezza e lo hanno reso inevitabile. L’uscita del manager «ha aumentato l’incertezza sulla capacità della società di rafforzare il proprio bilancio abbastanza da mitigare il calo delle entrate e del margine operativo lordo. Le restanti opzioni a disposizione per rafforzare la valutazione prenderanno tempo per essere attuate, sempre che abbiano successo». E dunque per Moody’s «ci sarà incertezza e un aumento dei rischi fino a che un nuovo Ceo non avrà messo in campo una nuova strategia». Telecom ha risposto opponendo «la forte generazione di cassa, un margine di liquidità per 12,8 miliardi di euro e redditività tra le più alte del comparto», fattori che possono testimoniare, secondo l’azienda, la solidità del gruppo. «La riduzione del debito – ha aggiunto in una nota il gruppo – è sempre stata e continuerà a essere una priorità per Telecom Italia, nell’ambito di un percorso di sviluppo sostenibile delle attività industriali».