Sorpresa: è il Paese della “siesta” quello dove si lavora di più: parola dell’Ocse

25 Set 2013 19:22 - di Antonio Pannullo

E chi l’avrebbe mai detto? Proprio il Paese della “siesta” è – secondo i dati Ocse – quello dove si lavora di più. Dando un durissimo colpo a un radicato luogo comune, il Messico infatti risulterebbe la nazione dove le ore lavorate ogni anni sarebbero più di tutte quelle degli altri Stati del mondo. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ovviamente ha preso in esame solo i 34 Paesi membri, ma comunque ci sono tutti quelli che contano, dagli Stati Uniti al Giappone, dalla Corea del Sud alla Francia, dall’Australia al Regno Unito, dalla Germania alla Spagna, all’Italia, al Messico, appunto. Ma non è l’unica sorpresa derivante dai dati dell’organizzazione sovranazionale: secondo l’elaborazione di Seth Kadish, che ha valutato per il suo grafico la correlazione fra media delle ore annue lavorate e l’anno di termine dell’attività lavorativa, scopriamo che ad esempio in Italia si lavora più che in Germania, e anzi l’Italia è il Paese comunitario dove si lavora di più, fatta eccezione per il Regno Unito. Ovviamente, ed è un dato molto importante da rimarcare, la produttività non ha nulla a che vedere con le ore lavorate, e tenendo presente questo molte cose si spiegano. Sempre secondo questa elaborazione il secondo Paese dove si lavora di più al mondo è la Corea del Sud, e sinceramente non stupisce, mentre il terzo è il Cile, anche questa una parziale sorpresa. Chi lavora meno di tutti sono gli olandesi, circa la metà delle ore dei messicani, però ogni loro ora di lavoro “vale” tre volte tanto quella degli omologhi al di là dell’Atlantico. Ossia, ogni ora lavorata di un compatriota di Emiliani Zapata contribuisce al Prodotto interno lordo per 17 dollari, mentre un’ora un un operaio della terra dei tulipani apporta al Pil ben 60 dollari. Le ragioni sono storiche, politiche, sociali, ovviamente e non è il caso di addentrarci troppo. Diciamo che l’Italia è al 13° posto come ore lavorate, il ogni frazione italiana contribuisce al Pil per circa 45 dollari. Tutto sommato, siamo più o meno nella media dei Paesi Ocse. Dall’indagine si evince una cosa importante, peraltro abbastanza nota: tranne pochissime eccezioni, le nazioni più ricche sono quelle dove si lavora meno: infatti, dopo l’Olanda, vengono Germania, Norvegia e Francia, segno che il welfare significa qualcosa. Fanno eccezione gli Usa: lavorano sì tante ore all’anno, però apportano al Pil un contributo tra i più alti, 60 dollari l’ora.

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