Letta minaccioso: «Se il governo cade, la legge di stabilità la fa l’Ue. E torna anche l’Imu»

14 Set 2013 19:14 - di Corrado Vitale

Enrico Letta non ci sta  a fare l’orso del  tiro a bersaglio. Sabato 14 settembre è  il giorno del Governo Pride. Prima l’assaggio alla Fiera del Levante: «Non ci sono uomini della provvidenza». Il riferimento ironico  è tutto per Renzi. I fuochi d’artificio, il premier se li riserva però per Chianciano, dove interviene alla festa dell’Udc.  Ed è un fiume in piena. «Non ho dubbi che, se il governo cade, la legge di stabilità la scrivono a Bruxelles. Per un motivo molto semplice, che abbiamo la stessa moneta». Letta tira fendenti a destra e a sinistra. Verso destra, sibila questa minaccia: «Se il governo cade, i decreti sull’ Imu non verranno convertiti e quindi i cittadini dovranno pagare l’Imu».   Verso sinistra lancia un rimbrotto pesante, diretto ai soliti renziani e a tutti   gli irrequieti che auspicano la caduta del governo: «Noi non possiamo più permetterci giochi politici e l’instabilità basata sui giochi politici. I costi dei giochi politici minano la ripresa».

Avrebbe voglia di essere più esplicito, il premier, e dire chiaramente il fatto suo a quell’impudente di Renzi. Però non può, perché il minuto dopo nel Pd scoppierebbe l’ennesima crisi di nervi. Però lascia chiaramente capire che anche gli ex democristiani, ogni tanto, si… arrabbiano. E allora arriva un altro fendente: «Le questioni sono molto complesse, la vita politica è faticosa. Devo interpretare il mio ruolo come un voto di concetto. Bisogna mordersi la lingua molto…». Ma Letta non usa solo il bastone. Offre anche la carota. «Con la Legge di stabilità – promette-  ci sarà  un  taglio del costo del lavoro con un intervento sul cuneo fiscale per far ripartire consumi e economia».  Questo però potrà accadere, avverte,  qualora il governo resti in sella. Altrimenti ci penseranno gli omini della Commissione Ue. Appunto.

L’avvertimento finale  è diretto  erga omnes: «Io penso che nessuno si prenderà la responsabilità di mandare all’aria il governo perché è una responsabilità troppo grossa e poi va spiegata agli italiani: bisogna spiegargli perché non si faranno tutte queste cose».  Comunque il premier ostenta sicurezza: «Mercoledì non accadrà nulla che metta in crisi governo. Decide la Giunta ma non ci saranno problemi per esecutivo». Se lo dice lui…

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