La tv di Stato “pende” fin troppo a sinistra: nasce RaiWatch.it per la trasparenza e il vero pluralismo

5 Set 2013 16:21 - di Liliana Giobbi

«Un sito per fare chiarezza sulla Rai, uno strumento di trasparenza, democrazia e cultura». Renato Brunetta lancia così RaiWatch.it, una nuova piattaforma interattiva aperta ai cittadini, per il monitoraggio e la valutazione di programmi e tg Rai, in termini di pluralismo. «Sarà uno strumento di trasparenza e di controllo, ma anche di giudizio da parte dei cittadini, nell’ottica della vigilanza politica», afferma il capogruppo Pdl alla Camera e membro della commissione di Vigilanza Rai, nonché ideatore dell’iniziativa messa in campo in vista della ripresa dei lavori della commissione, che aggiunge: «Stiamo mettendo in campo un’operazione ancora più trasparente e di vigilanza di quella professata dal Movimento 5 Stelle e da Roberto Fico, presidente della Commissione Vigilanza». Il sito, già operativo, è un contenitore nel quale trovare «tutta l’azione della commissione, a partire dal nostro lavoro come Popolo della Libertà – spiega ancora Brunetta – Ma chiederemo anche ai cittadini di interagire, di mandarci le loro segnalazioni, di aiutarci in questo lavoro. Partiamo dalla Rai, perché è patrimonio di tutti e perché svolge la funzione di servizio pubblico e non può quindi essere al servizio di un’unica parte politica, ma puntiamo ad ampliare il progetto alle altre televisioni e alla carta stampata: da RaiWatch vogliamo arrivare a MediaWatch», dice ancora il capogruppo Pdl, che da tempo ha intrapreso una battaglia per il rispetto del pluralismo in Rai a colpi di interrogazioni parlamentari ed esposti all’Agcom. «L’Authority finora ci ha dato ragione 3 volte su 4 e ha chiesto il riequilibrio degli spazi alle trasmissioni In mezz’ora di Lucia Annunziata, Che tempo che fa di Fabio Fazio e al Tg3. Per Ballarò di Giovanni Floris abbiamo fatto ricorso al Tar. Ora aspettiamo le decisioni su Agorà e sui tg regionali. Lo sbilanciamento a favore della sinistra non è più solo un’opinione – aggiunge Maurizio Gasparri – si tratta ormai di fatti accertati. Invitiamo poi la Rai a rispondere in modo meno scialbo e più puntuale alle nostre domande». Quattro le categorie presenti nel sito: Compensi, con la pubblicazione degli stipendi di dipendenti e consulenti; Fornitori; Pluralismo, con tutte le interrogazioni presentate e le risposte fornite dai vertici Rai; Osservatorio di Pavia, con i dati forniti dall’istituto di ricerca.

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