In manette. Ma nessuno (né inquirenti, né media) dice che sono di estrema sinistra
Neppure gli inquirenti li chiamano comunisti, o ultracomunisti o, più correttamente, estremisti di sinistra. Nel corso della conferenza stampa sugli arresti il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il comandante del Ros, Mario Parente, hanno spiegato che i due si inquadrano nell’area “anticivilizzatrice” della Fai (Federazione Anarchica Italiana), la quale si inserisce nella rete internazionale autrice di numerosi attentati compresa la gambizzazione dell’ingegnere Roberto Adinolfi, avvenuta il 7 maggio del 2012 a Genova. I media quindi si adeguano: sono stati arrestati due anarchici, omettendo che appartengono comunque all’ultrasinistra. Non è che qualcuno dirà che, sotto sotto, si tratta di neofascisti? Anche all’inizio delle loro imprese criminali le Brigate Rosse venivano definite dalla stampa compiacente «le sedicenti Brigate Rosse» adombrando il sospetto che fossero di estrema destra. Eppure il programma della Fai è riconducibile, quasi in toto, alle tesi dei Centri sociali e comunque della galassia dell’estrema sinistra. Nel convegno tenutosi a Livorno il 7 e 8 settembre scorsi la Fai ha annunciato iniziative «per la rappresentanza sindacale, contro il nazionalismo e il fascismo sociale, contro la devastazione ambientale e dei territori, sulla partecipazione/autogestione territoriale come strumento di cambiamento, contro la repressione e il controllo sociale, campagne antimilitarista, sulla crisi e contro i Cie (Centri di Identificazione ed Espulsione)». E nel suo programma la Fai prevede «l’abolizione della proprietà privata della terra, delle materie prime e degli strumenti di lavoro; l’abolizione del governo e di ogni potere che faccia la legge e la imponga agli altri: quindi abolizione di monarchie, repubbliche, parlamenti, eserciti, polizie, magistratura, ed ogni qualsiasi istituzione dotata di mezzi coercitivi; l’organizzazione della vita sociale per opera di libere associazioni e federazioni di produttori e consumatori; la guerra alle religioni ed a tutte le menzogne, anche se si nascondono sotto il manto della scienza; la guerra alle rivalità ed ai pregiudizi patriottici; la ricostruzione della famiglia in quel modo che risulterà dalla pratica dell’amore, libero da ogni vincolo legale, da ogni oppressione economica o fisica, da ogni pregiudizio religioso». Ma è soprattutto nella realizzazione e nella pratica di tali obiettivi che gli anarchici della Fai testimoniamo la loro appartenenza alla galassia dell’ultrasinistra: infatti sono sempre al fianco dei Centri sociali e di quel che rimane dei vecchi gruppi extraparlamentari di sinistra quando c’è da menar le mani, dalle violente proteste contro il G8 a Genova alle più recenti battaglie in Val di Susa contro l’Alta Velocità.