Nel M5S i dissidenti alzano la voce. Orellana: basta tabù sulle alleanze. E Grillo annuncia il terzo Vaffa-Day

3 Set 2013 14:28 - di Redazione

Basta con la puzza sotto il naso, basta con l’Aventino. «Basta tabù sulle alleanze. Potremmo avere un fortissimo peso contrattuale. In Sicilia abbiamo una alleanza in corso. A Ragusa abbiamo vinto il ballottaggio perché siamo stati aiutati». Così Luis Orellana, senatore Cinquestelle molto quotato tanto da essere stato candidato alla presidenza di Palazzo Madama, rilancia l’ipotesi di “sporcarsi” le mani con un eventuale nuovo governo se l’esecutivo Letta dovesse cadere. Cinquantacinque anni, nato a Caracas, Orellana insiste sulla strada delle alleanze in caso di crisi di governo, che stride con il vangelo del “capo”, che annuncia un terzo Vaffa-day. «Chi vuole guardarsi l’ombelico si tiri fuori. Il M5S non è il suo ambiente», scrive Grillo sul suo blog. Un chiaro segnale ai dissidenti. «Io sono per il dialogo – insiste Orellana nel corso della nuova riunione del gruppo al Senato dopo la seduta di «autocoscienza» andata in scena lunedì a Palazzo Madama –  come eravamo per il dialogo ad aprile quando siamo andati a parlare con Vito Crimi e Roberta Lombardi». Siamo in 50 – aggiunge – non possiamo pensare di fare un governo in 50 e non possiamo metterci paraocchi con dei no assoluti. Quanto alla crisi di governo il senatore dissidente, che pure bolla come fantasie giornalistiche quanto scritto sui 15 senatori pronti a lasciare il movimento, spiega: «non dipende da noi, non siamo maggioranza». E la fatidica piattaforma che doveva dare lo scossone al Palazzo e risollevare l’Italia? «Sono anni che viene promessa. L’ultima promessa era a luglio. Chi ha promesso si dimetta, aggiunge  puntando il dito contro «la totale opacità di chi compone lo staff». E giù bordate contro la squadra dei comunicatori, di cui non si fida «anche perché «senza piattaforma stiamo facendo i portavoce non so di chi. Non certo degli attivisti del M5S». L’attacco è diretto a Claudio Messora, responsabile della comunicazione al Senato, per le offese nei confronti dei parlamentari Cinquestelle. Nel mirino l’articolo velemoso  Piccoli onorevoli”, postato ad agosto da Messora e ripreso dal blog di Grillo, che criticava i senatori aperturisti per la formazione di un nuovo governo.  «Sono successe cose gravi. Non deve succedere che una persona da noi stipendiata si permetta di farlo. Ha creato grandissimi problemi, per me è una ferita aperta. Non ha la mia fiducia». Per Maurizio Romani dalla riunione è emerso un «grande astio qui dentro, anche se nessuno ha il coraggio di ammetterlo. Sembra già che siamo divisi in due gruppi, forse tre».

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