Bergamo sotto choc: ucciso in un agguato il fratello dell’ex presidente dell’Atalanta
Aveva appena posteggiato l’auto e stava per entrare nella palestra di Castelli Calepio che frequentava regolarmente, quando gli si sono avvicinati due sicari che lo hanno freddato con diversi colpi di pistola. Ha tutta l’aria di un’esecuzione l’omicidio di Gian Mario Ruggeri, detto Jimmy, 44 anni, fratello dell’ex presidente dell’Atalanta Ivan (scomparso lo scorso aprile), ammazzato questa mattina alle 9 di fronte all’ingresso della palestra CastelGym di via delle Cerese, nella zona industriale del paese bergamasco. Anni fa la vittima aveva avuto qualche guaio con la giustizia: nel 2000 era finito agli arresti domiciliari con 14 imprenditori coinvolti in un presunto giro di false fatturazioni. Ora gli inquirenti, coordinati dal pm Carmen Pugliese, stanno cercando di capire cosa ci sia dietro il delitto e se l’omicidio sia in qualche modo collegato con le passate vicende giudiziarie di Ruggeri. I killer erano a bordo di una motocicletta e indossavano entrambi il casco integrale: la zona non è controllata dalle telecamere e il delitto non è stato dunque filmato. È durato soltanto una manciata di attimi: esplosi i colpi di pistola, i sicari sono fuggiti in sella alla loro moto. Sono stati altri avventori della palestra a dare l’allarme: il medico del 118 non ha però potuto che constatare il decesso di Ruggeri. Sul posto con il pm i carabinieri di Bergamo e alcuni alcuni parenti della vittima, tra cui il fratello Bruno e il nipote Alessandro, figlio di Ivan.
Gian Mario Ruggeri non era sposato, viveva con la madre e nei giorni liberi faceva il volontario in una comunità di recupero di Palazzolo Sull’Oglio (Brescia). Lavorava in un’azienda di Telgate, nel bergamasco e, secondo i parenti, non aveva un ruolo tale da restare coinvolto in affari non chiari o richiamare l’attenzione della malavita. «Anche quelle vicende giudiziarie su presunte fatturazioni false risalgono a oltre 10 anni fa e per quel che ne sono erano state completamente superate», ha fatto sapere un nipote ai giornalisti, chiedendo il massimo riserbo. Ruggeri non aveva invece mai avuto un impegno diretto nell’Atalanta negli anni in cui il fratello Ivan ne era stato presidente. Ivan, morto quest’anno, era stato colpito da emorragia cerebrale nel 2008 e per 3 anni la presidenza della squadra era passata al figlio Alessandro. Piuttosto abitudinario, Gian Mario frequentava la palestra di Castelli Calepio quasi tutte le mattine. Probabilmente chi ha ordinato la sua morte era a conoscenza delle sue abitudini. I killer gli hanno sparato alla schiena e alla testa: il colpo di grazia quando Ruggeri era già a terra. Un’esecuzione da professionisti.