Wilileaks, Manning insiste: «Voglio diventare una donna, chiamatemi Chelsea»

22 Ago 2013 17:56 - di

Bradley Manning, il soldato Usa condannato a 35 anni per il passaggio di documenti a Wikileaks, dice di essere una donna e vuole vivere come tale con il nome di «Chelsea». «Voglio essere essere sottoposto a una terapia di ormoni il prima possibile. Mi auguro che appoggerete la mia transizione. Chiedo che a partire da oggi mi chiamiate con il mio nome femminile, Chelsea», ha affermato Manning in una dichiarazione a Today Show di Nbc. La difesa di Manning nel corso del processo ha messo in evidenza le forti pressioni psicologiche sul ragazzo durante l’era del “don’t ask don’t tell”. Ma le forze armate americane non offrono terapie ormonali né operazione per cambio di sesso in seguito a disturbi dell’identità di genere. Così – per la stampa Usa – l’esercito replica alla richiesta di Bradley Manning, il soldato condannato a 35 anni, per essere la “talpa” di Wikileaks, di essere sottoposto a terapia ormonale per cambiare sesso. Su questa vicenda si registra una provocazione di un giornalista americano contro la Russia: era stato invitato dalla tv filo Cremlino in lingua inglese Russia Today per parlare della sentenza Manning, il giornalista James Kerchik. Ma una volta collegato con Mosca in diretta dagli studi di Stoccolma, ha indossato delle bretelle color arcobaleno, simbolo della lotta per i diritti gay, per protestare contro la legge russa che vieta la propaganda omosessuale ai minori (di fatto vietando ogni manifestazione pubblica gay). «Quando il male mostra i denti, bisogna rispondere», ha esordito, attaccando la «legge omofobica terribile firmata da Vladimir Putin e adottata dalla Duma, che in realtà rende illegale parlare omosessualità in luoghi pubblici». La giornalista in studio ha tentato di interromperlo pregandolo di attenersi al tema, ma Kerchik ha proseguito: «Io non sono interessato a parlare di Bradley Manning. Voglio parlare del terribile clima omofobico che sta emergendo in Russia in questi giorni. E far sapere a gay e lesbiche russe che hanno amici e alleati, che li sostengono in tutto il mondo. E non abbiamo intenzione di rimanere in silenzio di fronte a questa terribile repressione che si verifica nel vostro Paese». Il tutto è durato un paio di minuti. Un frammento del video è pubblicato su YouTube. Il direttore di Russia Today, Margarita Simonian, ha promesso di invitare Kerchik per discutere il tema dei diritti gay.

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