Via libera del Tar del Lazio agli F35. Respinto il ricorso del Codacons. E Vendola torna all’attacco “senza se e senza ma”

1 Ago 2013 15:36 - di Romana Fabiani

È un duro colpo ai pacifisti “senza se e senza ma” la sentenza odierna del Tar del Lazio sugli F35, autentico incubo per largo del Nazareno. Il tribunale del Lazio, infatti, ha respinto la richiesta del Codacons di sospendere il contratto di acquisito dei cacciabombardieri da parte dell’Italia. Scrivono i giudici nell’ordinanza: «a prescindere dai profili relativi alla legittimazione attiva, appare configurabile la natura politica degli atti impugnati e dunque la loro conseguente insindacabilità da parte del giudice amministrativo». Il verdetto arriva proprio mentre il ministro della Difesa, Mario Mauro, dai microfoni di Radio anch’io, spiega che «non ci sono penali per l’uscita dal programma F35» mentre ieri aveva annunciato che  il governo aveva già speso 3,5 miliardi per ristrutturare la portaerei Cavour. Alla base dell’iniziativa del comitato dei consumatori (che ha annunciato appello al Consiglio di Sato) ci sarebbe «lo spreco di soldi pubblici insito nella dotazione di cacciabombardieri da parte dell’Italia, ma anche la mancata rispondenza del programma all’interesse pubblico, e l’assenza di sostenibilità e proporzionalità rispetto alle disponibilità di denaro pubblico, in un periodo di pesante crisi economica per il nostro Paese». Un’obiezione demagogica ampiamente confutata dai fatti e dal buon senso, le voci di spesa per la difesa non possono essere spostate su altri campi di intervento. Non si può gridare allo scandalo  – come fa  la sinistra radicale – sostenendo che “quei soldi si potrebbero spendere per gli asili nido o la sanità…”. Non se l’aspettava il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, che lamenta l’assenza dei partiti a sostegno del ricorso e punta l’indice contro i Cinquestelle, sempre pronti ad alzare la voce ma poi assenti nella difesa dei cittadini. Non si fa scappare l’occasione Nichi Vendola e su twitter lancia la campagna di arruolamento. «Non c’è penale per l’uscita dal programma?Cosa aspettiamo? In caso contrario l’unica penale la pagheranno pesantemente gli italiani»

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