Siria, Obama: «È arrivata l’ora delle decisioni-chiave»
Gli ultimi sviluppi della crisi siriana, con il «sospetto utilizzo di armi chimiche», richiede «la massima attenzione da parte degli Stati Uniti» perché «quello che abbiamo visto indica che si tratta chiaramente di un evento molto grave, che desta grande preoccupazione». Intervistato dalla Cnn Barack Obama avverte che intende assumere decisioni chiave sia sulla Siria che sull’Egitto. «Non ci aspettiamo cooperazione dal governo di Assad», ha spiegato Obama, ricordando che «la situazione è molto difficile» e ribadendo che gli Stati Uniti, in contatto con la comunità internazionale, stanno premendo per una migliore azione delle Nazioni Unite, e chiedendo anche a Damasco di consentire un’indagine sui luoghi dell’attacco. Obama respinge anche le critiche sulla prudenza dell’amministrazione sulla Siria, mettendo in guardia dal trovarsi «impantanati in situazioni difficili e costose» che potrebbero «generare ancor più risentimento nella regione».«Se gli Usa – ha detto – attaccassero un altro Paese senza un mandato Onu e senza prove chiare (sull’uso di armi chimiche, ndr), si aprirebbe una questione in termini di diritto internazionale». E poi aggiunge: «Condivido la volontà del senatore McCain di aiutare le persone in situazioni estremamente difficili, sia in Siria che in Egitto. Ma credo che gli americani si aspettino da me, come presidente, di agire nella prospettiva dei nostri interessi nazionali a lungo termine». Nei giorni scorsi il senatore repubblicano aveva criticato la prudenza di Obama nei confronti dei focolai di crisi in Medio Oriente. Quindi il giornalista della Cnn, Chris Cuomo, ha chiesto a Obama se il governo degli Stati Uniti sta pensando a un «quadro temporale molto breve» per assumere decisioni chiave in Egitto e in Siria. Una domanda a cui Obama ha ripetutamente risposto con una sola parola Obama, cioè sì. Intanto, il mediatore internazionale per la crisi siriana, Lakhdar himi, ha reso noto a Ginevra che il conflitto siriano «costituisce la più grande minaccia per la sicurezza mondiale». Quanto accaduto in Siria rende la conferenza “Ginevra 2” ancora «più urgente» ha detto Brahimi, sottolinenando che «non esiste una soluzione militare» al conflitto siriano. La comunità internazionale sta discutendo sulla conferenza “Ginevra 2”, ovvero su un confronto nella città svizzera per cercare di individuare misure che possano fornire soluzioni alla crisi siriana.