Sempre meno auto blu, ma il merito è di Brunetta che lanciò la sfida due anni fa

3 Ago 2013 17:49 - di Valerio Pugi

La stretta sulle auto blu va avanti: nel 2012 la spesa è stata tagliata di 72 milioni di euro, a quota 400 milioni rispetto al 2011. Ma «i costi restano ancora troppo elevati» avverte il ministro per la Pubblica amministrazione Gianpiero D’Alia che bolla come «irresponsabile l’ostentazione come status symbol». Il merito, però, non è di questo governo ma di quello di centrodestra che aveva come ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, il quale nell’agosto del 2011 lanciò una vera e propria sfida all’abuso di auto blu nei palazzi del potere. Lo spunto arriva dal Censimento permanente e Monitoraggio dei costi delle vetture pubbliche realizzato da Formez Pa, su incarico del ministero per la Pa e Semplificazione: nel 2012 le auto blu sono diminuite del 13,7% rispetto al 2011 facendo calare la spesa a quota 400 milioni, mentre l’intero parco auto delle amministrazioni pubbliche è diminuito del 7,4% per una spesa totale che però supera ancora il miliardo di euro (128 milioni in meno rispetto al 2011). «Nonostante i consistenti risparmi degli ultimi anni, restano ancora troppo elevati i numeri e i costi delle auto blu in Italia», spiega D’Alia sottolineando che, se «alcune amministrazioni stanno riducendo il loro parco auto eliminando davvero gli sprechi, in molte altre, specialmente al sud, si prosegue nell’irresponsabile ostentazione dell’auto blu come status symbol». Brunetta, allora ministro, l’aveva annunciato: «Possiamo risparmiare un miliardo di euro in un triennio e 600 milioni l’anno a regime». E il ministro andò a censire le disponibilità di più di cinquemila enti, sfidando ironie, perplessità e scetticismi assortiti. Un’operazione trasparenza necessaria ad avere un quadro realistico dello sconfinato parco auto delle nostre amministrazioni e propedeutica a una successiva stagione di tagli e «razionalizzazioni». Il processo di compressione dei costi, in realtà, era già iniziato dall’aprile del 2011 con la prima direttiva Brunetta. Dopo quella prima sollecitazione parecchie amministrazioni presero varie iniziative di contenimento dei costi. Tra queste il Comune di Roma, passato da 1186 a 988 (-198), il Comune di Messina, passato da 164 a 103 (-61), quello di Milano, passato da 496 a 442 (-54).
Tornando ai dati del censimento, nel 2012 la spesa per auto grigie (a disposizione degli uffici e servizi senza autista e auto con e senza autista inferiore ai 1.600 cc) è stata pari a 539 milioni di euro, con una riduzione di circa 55 milioni rispetto al 2011. Rispetto alla spesa complessiva sostenuta dalle amministrazioni nel 2009, anno di riferimento per le nuove e più stringenti norme e direttive per il contenimento dei costi, la riduzione della spesa per le auto della P.A. nel 2012 è stata di 335,5 milioni (-26,3%), 282,8 milioni per le amministrazioni locali (-27,0%) e 53,7 milioni per l’amministrazione centrale (-23,3%). Le amministrazioni più virtuose sono state Friuli Venezia Giulia (-24% rispetto al 2011), Emilia Romagna (-21,9%) e l’Abruzzo (-20,6%) che hanno registrato le riduzioni di spesa più marcate, seguite da Toscana (-18,7%), Marche (-17,3%) e Piemonte (-14,6%).

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