«No al monumento per Carlo Giuliani»: sul web migliaia di firme contro il cippo di Genova
In pochi giorni ha superato le 2600 firme la petizione on line promossa dal Coisp che chiede la rimozione del monumento a Genova dedicato a Carlo Giuliani, inaugurato il 20 luglio a Piazza Alimonda, dove è stato posizionato un blocco di granito, in memoria di Giuliani, in sostituzione della targa già posta nella piazza in occasione del decimo anniversario della morte, nel 2011. «Vogliamo sapere – si legge nel testo della petizione – quale valore, quale ideale, quale sacrificio rappresenta nella memoria del Paese il giovane Carlo Giuliani. Vogliamo una spiegazione dalle Istituzioni genovesi di come si sia giunti a posizionare un monumento di granito con una targa dedicata a lui, in Piazza Alimonda, a Genova, onorandolo a seguito della sua morte, avvenuta durante gli scontri gravissimi del G8 del 2001 mentre con un estintore si stava scagliando contro dei carabinieri. Riteniamo – prosegue la petizione del Coordinamento per l’indipendenza sindacale delle forze di polizia– che i cittadini, oltre che le Forze dell’Ordine, abbiano bisogno di risposte chiare e dirette, affinché si sappia quali pensieri passano nelle menti di chi ricopre incarichi istituzionali e quale genere di considerazione abbiano per le Forze di Polizia, che genere di rispetto abbiano per la legalità e quanto conti per loro la sicurezza dei cittadini».
Con una analoga iniziativa il sindacato di polizia ha scritto una lettera al sindaco di Genova Marco Doria, al presidente del Consiglio comunale e ai capigruppo in Comune, per chiedere «una spiegazione dalle istituzioni genovesi e dai partiti politici presenti in giunta e Consiglio comunale». Nella lettera si chiede «perché aggredire chi porta una divisa rende eroi e difendere i cittadini e se stessi rende torturatori, sperando in una riflessione approfondita e in una presa di coscienza seria» ricordando pure che «in ogni possibile sede e grado di giudizio è stato appurato che Mario Placanica ha agito per legittima difesa perché la sua vita era in pericolo e Carlo Giuliani non era là per porgergli una rosa, era là per distruggere tutto quanto trovava sulla sua strada, come chiunque può appurare guardando foto e filmati di quei tragici eventi».