La luce in fondo al tunnel? Per adesso è solo un lumicino, i dati dell’industria lo dimostrano

8 Ago 2013 18:57 - di Antonio La Caria

Saccomanni vede la luce in fondo al tunnel e il premier Enrico Letta chiede che il governo venga lasciato lavorare in pace per poter cogliere le opportunità che il ciclo economico sembra offrirle. Quando? da Via XX Settembre, sede del ministero dell’Economia, e a Palazzo Chigi si dicono certi che il fondo è  stato toccato e che adesso, nel  secondo semestre dell’anno si manifesterà la risalita. Nulla di eccezionale, ma numeri migliori rispetto a quelli a cui gli anni appena passati ci hanno abituato. E le premesse in questo senso sembrano esserci. La Bce, nel consueto bollettino mensile,  riscontra una «cauta conferma all’aspettativa dello stabilizzarsi dell’attività economica», alla luce dei «recenti indicatori del clima di fiducia basati sui risultati delle indagini» che «mostrano qualche ulteriore miglioramento, a partire da bassi livelli». Nell’insieme è tutta l’economia dell’area dell’euro che dovrebbe stabilizzarsi e registrare una lenta ripresa, ma la novità è che questa volta anche l’Italia potrebbe essere della partita. Una volta tanto rischiamo di riuscire a salire sul  treno in corsa e questo dovrebbe indurre il governo a dare attuazione al programma che prevede l’eliminazione dell’Imu sulla prima casa, lo stop all’aumento dell’Iva e i provvedimenti sul costo del lavoro e sull’abbattimento della pressione fiscale. Tutte misure sponsorizzate dal Pdl e in grado di dare forza alla ripresa, appena si manifesterà. In caso contrario le difficoltà del momento non consentono di essere estremamente ottimisti. Mediobanca, nel Rapporto di agosto basato sull’indagine di 2.035 società italiane sopra i 500 addetti, fa sapere che il fatturato dell’industria italiana, al netto delle partecipazioni estere dei grandi gruppi, si è attestato nel 2012 sotto ai livelli del 2008, con un calo dello 0,2%. Più evidente il calo del margine operativo netto, pari al 16,9%, con valori ancora più distanti dai livelli pre-crisi (-36,8% rispetto al 2007). Cifre che bastano da sole per far capire che per tornare ai vecchi numeri bisognerà aspettare ancora molto e che senza misure di rilancio non bisogna farsi soverchie illusioni.

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