Incidente in gondola, Canal Grande intasato come le tangenziali: ora si studia un piano traffico

19 Ago 2013 20:31 - di Redazione

La morte del turista tedesco Joachim Vogel, schiacciato sabato tra una gondola e un vaporetto, almeno un effetto positivo l’avrà: porterà a una probabile rivoluzione nel traffico acqueo a Venezia, dove i canali sono ormai intasati di barche come lo sono di auto le tangenziali delle città. Il sindaco Giorgio Orsoni ora sta studiando idee e soluzioni per regole “più selettive” nel transito dei natanti. Per le gondole e le barche dei privati, ha spiegato, si potrebbe ragionare su una sorta Ztl, oppure su fasce orarie per tipo di utenza. Ciò riguarda soprattutto il Canal Grande, la principale via d’acqua cittadina, dove si è consumata la tragedia costata la vita a Vogel. Nel “canalazzo”, com’è chiamato dai veneziani, passano in media oltre tremila barche al giorno, con punte di quattromila. Un traffico costituito in gran parte da mezzi di trasporto persone (vaporetti, taxi e gondole), due terzi del quale in viaggio sempre sulla direzione Piazzale Roma-San Marco. Un volume di natanti grandi e piccoli, a motore e a remi, cresciuto esponenzialmente con gli anni e al quale adesso, sull’onda dell’emozione per il primo incidente mortale con una gondola, deve essere posto uno stop. Non sarà facile, e difatti Orsoni premette che questa sarà una «riflessione da fare con tutte le categorie, con le quali ci sarà un incontro sulla questione». Il tavolo di coordinamento dovrebbe tenersi entro il fine di questa settimane, forse venerdì. La polizia municipale, che attraverso le telecamere e i sensori del sistema Argos (in funzione dal 2008) monitora il Canal Grande non esprime giudizi ma guarda con perplessità a progetti tipo Ztl. Sottolinea comunque la necessità di tutelare maggiormente le gondole, che sono il mezzo più “debole” tra quelli che attraversano il “canalazzo”. Un aiuto ai grandi battelli pubblici potrebbe venire anche da nuove dotazioni tecniche come l’elica ‘bow thruster’, che eviterebbe gli scarrocciamenti laterali, causa dell’incidente di sabato scorso a Rialto. Ma l’emergenza riguarda soprattutto le soluzioni “scaccia-traffico”, perché i mezzi in navigazioni in tratti acquei come quello di Rialto sono veramente troppe. Le grandi capacità di pilotaggio dei comandanti dei vaporetti, sottolineano i vigili urbani, avevano fin qui sempre impedito incidenti così gravi. Ma sabato mattina, quando è successa la tragedia, c’erano ben cinque vaporetti in contemporanea in una fascia di Canale lunga 150 metri, che aspettavano il loro turno per le manovre di ormeggio e disormeggio. Cosa che si verifica quando gli orari di arrivo e partenza, per le più svariate ragioni, saltano.

 

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