Immigrati annegati, appello dell’imam di Catania ai clandestini: «Restate a casa, l’Italia non può ospitarvi»

10 Ago 2013 19:10 - di Redattore 92

«Rimanete a casa vostra, tra i vostri parenti e amici e Dio provvederà per tutte le risorse. Non vi uccidete per venire qui, non troverete oro nelle strade italiane ed europee». A lanciare l’appello non è un esponente della Lega, o un politico di centrodestra, ma l’imam di Catania Mufid Abu Touq. Parla a caldo, commentando la tragedia dei sei giovani migranti morti nel tentativo di raggiungere la riva, dopo che un piccolo motopeschereccio, sul quale viaggiavano circa 120 migranti, si è arenato all’alba a circa 15 metri dalla riva del lungomare Plaia. «L’Italia è il Paese dell’accoglienza e noi diciamo che è un paese bello anche ai ragazzi che si trovano in Nordafrica – afferma l’Imam della moschea di via Calì a Catania – Ma ormai con questa crisi mondiale qui non c’è più nulla da offrire: il fatto di venire qui è solo un miraggio, mentre ormai gli europei lasciano le loro case per cercare fortuna altrove».

Per questo l’imam si rivolge ai giovani clandestini affinché rinuncino ai viaggi della speranza. Mufid Abu Touq, giordano di origine palestinese da 34 anni vive in Sicilia anche se, dice, «ad oggi corro ancora dietro al permesso di soggiorno pur avendo cinque figli e tanti nipoti italiani». Un appello che la presidente della Camera, Laura Boldrini o il ministro dell’Integrazione, Cecile Kyenge non si sono mai sognate di fare, poggiando sulla retorica “buonista” dell’accoglienza indiscriminata, senza se e senza ma. Invece l’imam, che sulla sua pelle ha vissuto gli effetti della retorica della sinistra, non ha dubbi e si rivolge ai disperati che si mettono in viaggio in queste ore: «Non vi uccidete per venire qui. In Italia non troverete oro. Ormai gli europei cercano fortuna altrove».

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