Gli Stati Uniti lanciano l’allarme: non viaggiate domenica. Washington chiude decine di ambasciate in Medio Oriente e Nordafrica
Nuovo allarme al Qaeda lanciato dal Dipartimento di Stato rivolto a tutti i turisti americani che intendono volare in Medio Oriente, in Nord Africa e nella Penisola arabica. Un travel altert che scade il 31 agosto. I rischi per la sicurezza coinvolgono una vastissima area che va dal Medio Oriente, al Nord Africa e l’Asia centro-meridionale. Domenica saranno chiuse le sedi diplomatiche Usa, informa il Dipartimento di Stato, in Egitto, Iraq, Qatar, Bahrein, Kuwait, Afghanistan, di Dacca in Bangladesh, di Amman in Giordania, di Moscate in Oman, di Riad in Arabia Saudita, di Algeri in Algeria, di Abu Dhabi negli Emirati, a Sanaa in Yemen, a Tripoli in Libia, ma anche nell’Europa meridionale. La chiusura potrebbe protrarsi anche dopo domenica. Lo ha detto il presidente della Commissione Esteri della Camera dei Rappresentanti, Ed Royce. «Si tratta di minacce – ha aggiunto Royce alla Cnn – che vengono dal Medio Oriente e dall’Asia centrale legate ad al Qaeda. Ovviamente verranno prese tutte le misure necessarie per garantire la piena sicurezza al nostro personale civile e militare all’estero». Royce rivela che questo tema è stato al centro di un incontro di un paio di giorni fa tra lui, altri parlamentari e il vicepresidente Joe Biden. Centinaia di Marine sono pronti a fornire il loro apporto per aumentare la sicurezza, anche alle ambasciate americane a Roma, a Madrid e negli altri Paesi dell’Europa meridionale e del Nord Africa, su richiesta del Dipartimento di Stato. Secondo alti ufficiali della diplomazia Usa sarà rafforzata la protezione anche di altri punti d’interesse americano, come strutture e basi militari all’estero. A quanto risulta al Dipartimento di Stato, vi sarebbe un’innalzamento del livello di tensione nell’avvicinarsi ai giorni sacri alla fine del Ramadan e il primo anniversario degli attacchi al consolato Usa di Bengasi, in Libia, l’11 settembre scorso, che provocò la morte dell’ambasciatore e di tre addetti americani alla sicurezza del compound. E le minacce sarebbero «credibili e gravi». Così un alto ufficiale del Dipartimento di Stato, parlando in forma anonima ai media Usa, le ha definite.