Germania, alle elezioni tra gli sbadigli. Ma attenzione all’euroscettico ex Cdu Bernd Lucke…

26 Ago 2013 15:24 - di Giovanni Trotta

A meno di quattro settimane dal voto tedesco, che si svolgerà il 22 settembre, i partiti della coalizione di governo in Germania, i cristiano democratici (Cdu-Csu) e i liberali (Fdp), hanno una lieve maggioranza, secondo un recente sondaggio. Insieme, arrivano al 47%, contro il 46% dei tre partiti di opposizione, socialdemocratici (Spd), Verdi e Linke (Sinistra), assieme. Tutti gli altri partiti risultano sotto la soglia del 3%. Alla domanda su quale coalizione preferirebbero dopo il voto il 22 settembre, i tedeschi hanno risposto in maggioranza (51%) una grande coalizione fra Cdu-Csu e Spd. Per una prosecuzione dell’attuale coalizione cristiano liberale si sono detti il 35% degli intervistati, mentre il 38% preferirebbe un governo rosso-verde. Insomma, si andrebbe verso la riconferma della cancelliera Merkel nella più assoluta tranquillità. Il leader del centrosinistra e avversario della Merkel Peer Steinbrueck sostiene che in questo modo si sta anestetizzando il popolo tedesco, e forse non ha torto. Un po’ di adrenalina potrebbe allora darlo alla Germania il signor Bernd Lucke, ex Cdu oggi leader di Alternativa per la Germania, partito dato come insignificante nei sondaggi. Però a qualcuno evidentemente dà fastidio, perché due giorni fa in gruppo di radicali di estrema sinistra lo ha aggredito in un comizio elettorale nella città settentrionale di Brema, gettandolo a terra. Lo ha reso noto lo stesso partito. «È un attacco intollerabile nel processo democratico, con attivisti violenti che disturbano pacifici eventi elettorali di Afd: echi di Repubblica di Weimar», afferma il partito. Un operaio è stato accoltellato e 16 persone hanno avuto problemi respiratori dopo che circa 25 attivisti incappucciati li hanno attaccati con spray al peperoncino, ha detto da parte sua la polizia di Brema. Non è stato necessario comunque nessun trasporto in ospedale, hanno precisato le forze dell’ordine, aggiungendo che tre persone sono state arrestate. Bernd Lucke, fondatore di Alternativa per la Germania, considerato un euroscettico, sostiene che per risolvere la crisi del debito nella Zona euro è necessaria l’uscita dei Paesi più deboli e indebitati del Sud Europa. «Questi Paesi dovrebbero andarsene perché hanno dimostrato di non poter essere abbastanza competitivi», ha dichiarato Lucke all’emittente televisiva Cnbc, aggiungendo che se restassero nell’unione monetaria, dovrebbero subire una riduzione dei salari di almeno il 30%, una condizione ovviamente inaccettabile per gli operai. Dunque andarsene sarebbe il male minore. Per coloro che rimanessero nell’eurozona, Lucke propone l’adozione di una clausola che renda impossibile a qualsiasi Stato di dover pagare per i debiti degli altri Paesi. Lucke non è il solito demagogo populista nti-euro o di estrema destra, per questo forse fa paura: classe, 1962, è un economista, professore di macroeconomia presso l’università di Amburgo, e appunto co-fondatore di “Wahlalternative 2013”. Lucke ha terminato il suo dottorato di ricerca presso la Libera università di Berlino nel 1997. Dopo la caduta del Muro, ha lavorato nel Consiglio degli esperti economici del governo tedesco-orientale e dopo la riunificazione come assistente al Senato di Berlino. Lucke stato consulente per la Banca Mondiale. Oggi è spesso ospite in talkshow politici. È sposato e ha cinque figli.

Ma a parte questo nuovo personaggio, il tasso di adrenalina è molto basso: i tedeschi sono soddisfatti, l’economia tira, la cancelliera tranquillizza e domina nei sondaggi. I manifesti elettorali sono pronti, gli spot tv pure, i vari leader macinano i loro comizi, tutto nelle segreterie dei partiti ruota attorno al voto del 22 settembre, ma di febbre elettorale neanche l’ombra. Una vittoria della Merkel viene data per scontata, anche se non è affatto chiaro con chi potrà andare al governo, ma in dei conti questo sembra come un corollario di poco conto: l’importante è che al timone ci sia la la cancelliera. Lei ha già detto che non ha intenzione di fare un’alleanza con i Verdi, e verosimilmente neanche con la LInke. Se fosse per i tedeschi, dato questo che riflette il loro bisogno di armonia, il governo ideale sarebbe una grande coalizione Cdu-Csu/Spd guidata dalla Merkel (51%). Per una riedizione dell’attuale coalizione cristiano-liberale si è detto il 35% mentre il 38% preferirebbe una coalizione rosso-verde. Nell’indice di popolarità la Merkel è sempre prima (seguita dal ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble), mentre Steinbrueck è solo settimo.

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