Fece l’elogio della Germania nazista: il vicepremier giapponese resta al suo posto

2 Ago 2013 16:32 - di Redazione

Nel giorno dell’apertura del Parlamento giaponnese,  il vicepremier e ministro delle Finanze nipponico, Taro Aso, ha ribadito che non ha alcuna intenzioni di dimettersi dal governo o dal parlamento per le frasi pronunciate lunedì sulla Germania nazista. Respingendo gli attacchi avanzati da alcuni parlamentari di opposizione, Aso ha ripetuto oggi in conferenza stampa di non avere ”alcuna intenzione di dimettersi”, malgrado le frasi, estrapolate dal suo intevento, abbiano scatenato critiche furibonde in patria e all’estero. Lunedì, partecipando a un convegno, Aso aveva rilevato che il Giappone avrebbe dovuto imparare dalle modalità seguite dalla Germania sotto la Repubblica di Weimar, la cui costituzione fu modificata dai nazisti prima che ci si rendesse conto di quello che stava accadendo. “Fu cambiata prima che qualcuno lo notasse. Perché non impariamo da quella tecnica?”, aveva detto il vicepremier, nel resoconto dei media locali. I commenti hanno acceso anche le critiche nei Paesi vicini, come la Corea del Sud, che ha sofferto il militarismo nipponico. Aso ha cercato di minimizzare le osservazioni: «Se tutto quanto da me detto è letto, dovrebbe essere chiaro che guardo molto negativamente alla Germania nazista» e a come la costituzione fu modificata sotto la Repubblica di Weimar.

Ex premier da settembre 2008 all’estate 2009, Aso ha riferito di ritenere oramai chiaro a livello internazionale che non era sua intenzione giustificare il regime nazista.  Il riferimento, ha aggiunto il politico conservatore, «finisce per causare incomprensioni. Vorrei ritirare l’uso del governo nazista come esempio». Intanto, oggi a Tokio si è aperta la sessione del parlamento giapponese alla presenza dell’imperatore Akihito. Dopo l’ultima vittoria elettorale per il rinnovo del Senato, il partito liberaldemocratico del premier Shinzo Abe ha annunciato di voler riformare la costituzione pacifista imposta al Giappone dagli Stati Uniti al termine della Seconda Guerra Mondiale

 

 

 

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