Sit-in di protesta (con tafferugli) sotto la casa di Erich Priebke che oggi compie 100 anni
Malgrado i controlli intensificati davanti all’abitazione dell’ex ufficiale delle Ss Erich Priebke, in vista del suo centesimo compleanno, si sono ugualmente verificati disordini, come accadde anche in occasione del processo all’ex ufficiale tedesco. La tensione era alta perché striscioni sono comparsi un po’ in tutta Roma per il compleanno dell’ex Ss condannato per la strage delle Fosse Ardeatine. Uno striscione è spuntato vicino casa di Priebke all’Aurelio, oltre agli auguri, anche la scritta «Dio stramaledica i tuoi accusatori», firmato Comunità militante Tiburtina. Altro striscione con la stessa firma fa esplicito riferimento al presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici: «Pacifici arrivaci tu a 100 anni» (a piazza Augusto Imperatore). Sotto la sede dell’Anpi a Roma è apparsa la scritta, firmata con una svastica, “Auguri Priebke”.
Tutto questo ha provocato per reazione un sit-in sotto la casa dove abita il centenario Priebke, organizzato dell’associazione Dreyfus e da membri della comunità ebraica romana. Un ragazzo, indicato dai manifestanti come un parente del capitano delle Ss, si è presentato con una bottiglia di champagne sotto l’abitazione. Il giovane ha avuto uno scontro con una manifestante e avrebbe tentato di colpirla. A quel punto è stato aggredito da alcuni manifestanti che gli hanno urlato «assassino». È dovuta intervenire al polizia che ha caricato il giovane su una volante sottraendolo ai manifestanti. Inoltre uno striscione con i nomi delle 335 vittime delle Fosse Ardeatine e la scritta «Italiani dove siete?» è stato esposto davanti alla casa all’Aurelio, riferisce il portavoce della Comunità ebraica romana Fabio Perugia. «Un quarto delle vittime erano di origine ebraica, ma gli altri 3 quarti no» – dice Perugia, che specifica di partecipare a titolo personale al sit-in di protesta.
Il “presidio”, vede la partecipazione di alcune decine di manifestanti tra cui molti militanti di Sel. «Il nipote di Priebke si è presentato con una bottiglia di champagne e quando ci siamo avvicinati per insultarlo ha dato una manata a una signora – dice Perugia – la polizia ha dovuto portarlo via in macchina». «Il sit-in di protesta? Non me ne importa niente», ha detto in un’intervista video su Ansa.It l’avvocato di Priebke, Paolo Giachini. «I 100 anni sono un pretesto. Priebke ha detto da anni che era vicino alla sofferenza delle vittime e che ha eseguito degli ordini, come tutti in guerra – ha aggiunto -. Priebke va sostenuto perché è un perseguitato e in questo senso lo festeggio tutti i giorni». «Per quanto riguarda la festa (del centesimo compleanno, ndr) Priebke non deve giustificarsi – dice Giachini -. Se ci fosse sarebbe legittima e io ci andrei molto volentieri. Verranno tutti quelli che possono venire». Della stessa opinione l’avvocato Carlo Taormina, che difese ormai 20 anni fa l’ex ufficiale delle Ss: «Brinderò da solo ai 100 anni di Priebke non fosse altro perché un Paese che non permette di fare quello che non è reato è un Paese nazista».