Sentenza Ruby: sette anni a Fede e Mora. Cinque a Nicole Minetti. E per il Cav potrebbe aprirsi il capitolo della falsa testimonianza
Condannati Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti per induzione e favoreggiamento della prostituzione. fede e Mora a sette anni e Minetti a cinque. I tre erano imputati a Milano per il processo sul caso Ruby, dibattimento gemello rispetto a quello che circa un mese fa si è concluso con la condanna a sette anni di reclusione per Silvio Berlusconi, accusato di concussione e prostituzione minorile. Interdizione perpetua dai pubblici uffici per Fede e Mora, interdizione per cinque anni per Nicole Minetti.
Lele Mora è l’unico dei tre condannato per tutti i reati contestati. Emilio Fede è stato condannato per favoreggiamento e induzione alla prostituzione delle ragazze maggiorenni, mentre è stato assolto dall’induzione e dal favoreggiamento della prostituzione di Ruby. Gli è stato invece contestato il reato di favoreggiamento della prostituzione minorile. Nicole Minetti è stata condannata per favoreggiamento alla prostituzione delle maggiorenni, assolta, per non aver commesso il fatto, per l’induzione alla prostituzione delle maggiorenni e assolta, per non aver commesso il fatto, per quanto riguarda il favoreggiamento e induzione alla prostituzione di Ruby.
Il collegio ha anche disposto la trasmissione degli atti alla procura per Silvio Berlusconi ed altre persone (33 in tutto), tra cui i suoi avvocati Ghedini e Longo, per valutare eventuali ipotesi di reato. Insieme con loro anche quelli relativi a Karima El Marough, le gemelle De Vivo, Alessandra Sorcinelli e a diverse altre ragazze che avevano partecipato alle serate ad Arcore e avevano testimoniato a favore degli imputati. Per Silvio Berlusconi si apre dunque l’ipotesi di un ulteriore capitolo del processo, con la contestazione del reato di falsa testimonianza. È questo l’aspetto politico più inquietante della sentenza che viene valutato in queste ore.
Per Luca D’Alessandro del Pdl, segretario della commissione Giustizia della Camera, “la sentenza del Tribunale di Milano è grave, assurda, ma non sorprendente in quanto non è altro che la prosecuzione del medesimo disegno criminoso in atto nei confronti di Silvio Berlusconi”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Michaela Biancofiore, per la quale l’assurda condanna a sette anni si commina per delitti efferati mentre in questo caso gli imputati avevano il solo torto di “essere amici di Berlusconi”.