Per la crisi ci sarebbe un “tesoretto” nascosto da 500 miliardi. Ma appartiene agli evasori
La lotta all’evasione “morde” ma non incassa: dal 2000 al 2012 sono stati emessi ruoli per oltre 800 miliardi di euro (807,7 per la precisione) ma ne sono stati riscossi 69,1 mld, l’8,5% del totale. Teoricamente c’è un carico residuo di 545 miliardi di euro ma di questi oltre 107 sono riferibili a contribuenti falliti. Ci sono poi i crediti sospesi, per esempio per l’attesa di sentenze, i cosiddetti “nullatenenti”, i deceduti, i truffatori come le società cartiere. Insomma la speranza che Equitalia porti a casa una quota consistente di questi debiti fiscali non è molto alta, tanto che l’Agenzia delle Entrate ha svalutato l’82% dei propri crediti. Le cifre arrivano da una risposta del vice ministro all’Economia Luigi Casero ad una interrogazione parlamentare in Commissione Finanze della Camera presentata dal presidente Daniele Capezzone (Pdl) e dal vicepresidente Enrico Zanetti (Scelta Civica). E proprio Zanetti fa una sua proiezione: «I 545 miliardi di euro di ruoli non ancora riscossi dal 2000 al 2012 produrranno in concreto incassi per complessivi 55 miliardi di qui al 2024». In altri termini nessun tesoretto da spolpare nell’immediato. Il fatto che nella lotta all’evasione fiscale il divario tra quanto accertato e quanto riscosso sia enorme è abbastanza risaputo. Ma verificare che la montagna di ruoli emessi dal 2000 si sia ridotta ad un riscosso che non arriva complessivamente neanche al 10% sembra essere un nodo da risolvere. Casero però è ottimista: quella cifra può aumentare. «A seguito del decorso di un decennio dall’affidamento del carico all’agente di riscossione, il dato del riscosso tende strutturalmente ad attestarsi intorno al 20%», ha detto in Parlamento. «Ne consegue – ha aggiunto – che anche l’andamento delle riscossioni relative agli anni di più recente affidamento, ancorché sicuramente influenzato dal peggioramento del quadro economico di riferimento, potrà essere valutato nella sua effettività solo allorquando, nei prossimi anni, si sarà ormai consolidato». Il problema centrale riguarda il fatto che la stragrande maggioranza di questi crediti fiscali riguarda pochi grandi evasori, che hanno pendenze di oltre mezzo milione di euro con il fisco. Difficile dunque per l’amministrazione fiscale rientrare per cifre così imponenti. «Al 31 dicembre 2012, oltre l’80% del carico residuo – ha riferito sempre il vice ministro con delega alle Finanze – era riferibile a debitori iscritti a ruolo per importi complessivamente pari o superiori a 500.000 euro (121.409 soggetti per un carico netto residuo da riscuotere pari a 452 miliardi di euro)». Ammontano infine a 18,6 miliardi di euro i ruoli che Equitalia deve riscuotere ma che sono oggetto delle rateazioni accordate ai contribuenti in temporanea situazione di obiettiva difficoltà.