Nottata di insulti e sfottò alla Camera. Sbeffeggiato da Pd e montiani D’Osso malato di sclerosi. Brunetta accusato di essere «alfiere del malaffare»
È stata una nottata surreale e drammatica, condita da insulti e sfottò trasversali, quella vissuta nell’aula di Montecitorio per l’ostruzionismo a oltranza del movimento Cinque stelle, che ha costretto i colleghi a fare l’alba per esaminare i 251 ordini del giorno dopo la fiducia messa in mattinata sul “decreto del fare”. Un ostruzionismo, rivendicato a gran voce da Grillo (che oggi dal suo blog torna a sparare a zero contro i partiti accusati di golpe di agosto «per poter cambiare le regole del gioco democratico e assicurarsi il potere e la greppia di Stato») che rischia di mandare all’aria l’agenda pre-estiva del governo che prevede l’approvazione di sei decreti in scadenza. A rischio anche i due disegni di legge che dovevano arrivare in aula domani, quello sul finanziamento pubblico ai partiti e sull’omofobia. Lo stallo totale è stato messo all’indice dall’intera maggioranza che ha accusato il manipolo pentastellato di comportarsi come «vecchi mestieranti della politica» alla faccia del rinnovamento e del cambio di costumi sbandierato in campagna elettorale. «Rispettare regolamenti è stato di diritto, non colpo di Stato. Evocare l’eversione significa destabilizzare», ha detto Mara Carfagna commentando il blog infuocato di Grillo. Due gli episodi più gravi che si sono succeduti durante la seduta fiume. Il più scandaloso ha come vittima il candidato grillino Matteo D’Osso affetto da sclerosi multipla che durante il suo intervento all’una di notte ha perso più volte il filo. Per tutta risposta è stato bersagliato dall’ironia e e da continue battutine provenienti dagli scranni del Partito democratico e di Scelta Civica. «Gli umani colleghi di Pd e Scelta Civica hanno cominciato a fare battutine sulla sua difficoltà “dategli il foglio giusto!”, ripetevano le sue parole balbettando mormoravano, ridevano, lo guardavano divertiti. Avvisati poi dello stato di Matteo qualcuno ha chiesto scusa per la palese, vergognosa, indecente, schifosa, indecorosa gaffe», ha raccontato dal blog di Grillo la parlamentare Giulia Di Vita con un blog dal titolo «I vergognosi sfottò a Matteo Dall’Osso». Un altro momento di tensione si è raggiunto con il match tra la grillina Carla Ruocco e il capogruppo del Pdl, Renato Brunetta, che ieri è stato definito dalla pasdaran grillina «alfiere del partito unico del malaffare». Un’offesa che l’esponente del centrodestra ha chiesto con insistenza di censurare alla presidente Laura Boldrini nel silenzio generale. La terza carica dello Stato per “par condicio” ha sì deplorato il linguaggio della Ruocco ma non ha mancato di bacchettare Brunetta: «Neanche questo tono mi piace, lasci a me decidere di fare cosa mi concerne». Minacciata di querele dal capogruppo pidiellino, la parlamentare ha fatto una parziale marcia indietro dai microfoni di Radio 24: «Non volevo riferirmi a situazione personali, la mia era un’opinione espressa durante la funzione del mio mandato, riferito non a persone ma a un governo che riteniamo delle larghe intese e degli inciuci».