Carla Bruni fa indignare i francesi: il suo sito è costato 410mila euro e Air France le regala ancora i biglietti

20 Lug 2013 19:25 - di Redazione

Il sito di Carla Bruni sarebbe costato circa 410.000 euro allo stato francese tra il 2011 e il 2012, anni in cui la cantante era ancora premiere dame. Lo rende noto il sito politique.net, ripreso da altri media transalpini, precisando che il sito in questione – il cui indirizzo è carlabrunisarkozy.org – è ancora attivo. «Carla Bruni ha fatto un buon affare – si legge – visto che il sito è ancora online ed è aggiornato (ma ora – è precisato – a sue spese)». La grossa cifra di 410.000 euro emerge di fatto dal rapporto dettagliato sui conti di gestione della presidenza della repubblica pubblicato dalla Corte dei Conti a metà luglio. La Corte dei Conti vi sottolinea appunto l’enorme risparmio sulle spese di internet realizzato dalla presidenza di Hollande. Fino ad ora il dato era passato inosservato. Il sito della Fondazione della Bruni, la cui creazione e gestione è stata finanziata dallo Stato ed è on line dal 2009, può essere ancora consultato ed è regolarmente aggiornato. Sono «cifre che lasciano senza parole» scrive ancora politique.net, facendo notare che da quando Francois Hollande è all’Eliseo, Valerie Trierweiler, compagna del presidente, non ha più un suo sito personale a spese del contribuente, pur conservando una rubrica nel sito della presidenza. Il budget dell’Eliseo per il web è stato tagliato con l’arrivo di Hollande: tra il 15 maggio 2012 e fine 2012 le spese totali per internet ammontano a 180 mila euro.

Quella sul sito è l’ultima polemica sulla attrice e modella, diventata moglie di Sarkozy. Secondo il giornale on line Mediapart, l’ex première dame non avrebbe pagato un biglietto aereo da 11mila euro. Proprio grazie al suo nome, infatti, non le sono stati addebitati costi per il viaggio Parigi-New York-Parigi, in business class, con andata il 23 giugno e ritorno il 27. In quell’occasione la Bruni si era recata negli Usa per promuovere il suo ultimo album: Little French Songs, e rilasciare qualche intervista. Una pratica considerata «inaccettabile», dalla rappresentanza sindacale di Air France «in un momento in cui la direzione si appresta a rendere ancora più duro il piano di risanamento». Per i sindacati è stato il biglietto che ha fatto traboccare il vaso: c’è chi viaggia gratis in prima classe, e «noi intanto facciamo sacrifici, congeliamo gli stipendi, riduciamo gli equipaggi, accettiamo condizioni di lavoro più dure».

 

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