Banane alla Kyenge? Davide “il Vikingo” rivendica il gesto e usa il Duce per farsi pubblicità

29 Lug 2013 17:49 - di Francesco Severini

Il caso delle banane lanciate contro il ministro Kyenge esce dalla sfera politica ed entra in quella della propaganda-spazzatura. Arriva infatti una rivendicazione del gesto offensivo e provocatorio, anche se non è ritenuta attendibile dalla Digos: un certo Davide Fabbri detto il Vikingo, ex spogliarellista di Cervia, si è attribuito il gesto e, avviluppato nella sua smania di celebrità a buon mercato, ha dato appuntamento ai giornalisti al cimitero di Predappio. Lì è sepolto, come tutti sanno, Benito Mussolini, del quale oggi ricorre l’anniversario della nascita e di cui il signor Davide Fabbri sostiene di essere il pronipote. Accanto a lui un altro tizio, che nell’invito mandato alla stampa viene presentato come discendente del papa Anacleto II. Un delirio farsesco ispirato dalla fissa per l’albero genealogico. L’uomo la sera dei fatti era in effetti presente nella piazza del palco con bandiera tricolore: ma, secondo alcuni presenti, si sarebbe allontanato prima del lancio delle banane. Fabbri, interpellato direttamente, ha riferito che in realtà a lanciare la frutta sarebbe stato un giovane di Cesenatico del quale lui conosce solo il nome di battesimo e che gli avrebbe confessato il gesto.

Le piazzate mediatiche sembrano essere una specialità del Vikingo, che partecipò nel 2011 all’isola dei Famosi e fu protagonista di una lite in diretta tv con Simona Ventura: Fabbri in quell’occasione denunciò minacce di morte nei suoi confronti perché lui sarebbe “pronipote di Mussolini” e venne cacciato dalla conduttrice. Quella di Mussolini dev’essere per Fabbri una vera ossessione: anche sul suo profilo Facebook accanto alla sua foto campeggia infatti l’immagine del Duce. Nel 2012 si presentò a Perugia a un convegno rievocativo sulla marcia su Roma e anche in quell’occasione fu messo alla porta. Al giornale Il Fatto ha dichiarato: “Anche il movimento dei Piraten italiani ha rifiutato la mia adesione”. Di recente ha denunciato Laura Boldrini per discriminazione degli italiani attribuendole una frase mai pronunciata sull’assegnazione delle case ai Rom. Questo è il soggetto di cui si parla che, mischiando pulsioni razziste e nostalgie impolitiche, cerca disperatamente i riflettori. Le critiche radicali alla Kyenge, infatti, unite alla tendenza ad eleggerla come “nemico principale” dell’identità italiana, purtroppo attirano anche  personaggi che, con le loro parole e con le loro azioni, raggiungono in pieno l’obiettivo di screditare del tutto il serio dibattito che dovrebbe accompagnare il tema della cittadinanza.

Se n’è accorta per fortuna la Lega che, dopo lo scivolone di Calderoli, tenta di recuperare con un invito a Cecile Kyenge alla festa della Lega, avanzato da Gianluca Pini. E la ministra? “Ci ha pensato su un giorno – dice Pini- poi ha detto di sì”. E assicura che non ci saranno contestazioni. Intanto oggi un 61enne veronese è stato denunciato dalla Digos della Questura scaligera perché sul suo profilo di Facebook ha insultato e minacciato di far uso delle armi contro il ministro Cecile Kyenge che parteciperà il 4 agosto all’inaugurazione di “African Summer School”. La casa è stata perquisita e non sono state trovate armi.

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