Video choc dalla Siria: tre uomini decapitati da jihadisti. Mistero sull’identità delle vittime

28 Giu 2013 14:03 - di Redazione

Tre monaci francescani del convento di Ghassanieh, in Siria, sono stati decapitati dal Fronte al Nusra, dopo un processo sommario nel quale sono stati accusati di “essere al soldo del regime”. Lo scrive Radio France International, affermando che il gruppo jihadisti ha pubblicato il video dell’esecuzione sul web. La notizia è stata smentita da padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, per il quale le tre vittime non apparterrebbero all’ordine dei frati minori. 

Il 24 giugno lo stessi padre Pierbattista Pizzaballa, riferendo le parole del suo ministro regionale della Siria, padre Halim Noujaim, aveva reso noto che il giorno prima un gruppo di ribelli era entrato nel convento di Ghassanieh, e dopo averlo razziato lo avevano distrutto. Nel raid, recitava il comunicato, “avrebbero anche ucciso un eremita cattolico, padre Francois, che nel convento aveva trovato rifugio”. Rfi precisa invece che nel raid del 23 i jihadisti hanno rapito tre religiosi, tra i quali anche padre Francois, e qualche giorno dopo hanno messo in piedi un vero e proprio ‘processo’, accusando i religiosi di essere “al soldo del regime” perché “nell’agenda di uno di loro compariva il numero di un militare dell’esercito siriano”. I tre sono stati anche accusati di aver favorito il trasporto di armi e munizioni per conto del regime. Poi la ‘condanna’ e la decapitazione. La vicenda, scrive Rfi, è stata condannata con durezza dal generale Riad al-Assad, uno dei capi militari dell’Esercito siriano libero (Esl): “Questi gruppi estremisti non hanno nulla a che fare con la religione musulmana né con il popolo siriano”.

E’ apparso nelle ultime ore in rete un video amatoriale – la cui autenticità non può essere verificata in maniera indipendente – della decapitazione da parte di non meglio precisati fondamentalisti islamici di tre uomini, tra cui uno identificato nella didascalia come il “francescano siriano padre Francois Murad”, nella Siria nord-occidentale.  Nel filmato, della durata di circa nove minuti e nel quale si mostrano crude immagini dell’uccisione dei tre uomini bendati e inginocchiati, si vede un uomo in piedi, con un copricapo centroasiatico che parla ai presenti in un arabo assai diverso dalla parlata locale siriana. Il crimine sarebbe avvenuto secondo la didascalia nella regione di Idlib, vicino a Ghassaniye, località dove padre Murad – la cui uccisione era stata annunciata nei giorni scorsi – era rimasto a guardia del convento di San Simeone. “Questo – afferma il miliziano, indicando uno degli uomini a terra – ha collaborato col regime. Sul suo cellulare abbiamo trovato numeri di telefono di ufficiali (del regime) di Aleppo”. Il miliziano presenta altre “prove” del coinvolgimento dell’uomo con il regime siriano fino a quando la folla di presenti, tra cui si riconoscono combattenti provenienti dal sud-est asiatico o dal nordafrica, intona il grido ‘Allahu Akbar’ (Dio è grande) che precede la decapitazione. Le raccapriccianti immagini finali mostrano le teste dei decapitati, mentre la folla attorno, composta anche da diversi bambini, scatta foto e grida.

 

 

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