Renzi imbarazzato: nel mio Comune nessun bunga bunga. Per chi ha commesso reati c’è il giudice

26 Giu 2013 12:58 - di Redazione

Matteo Renzi difende l’onorabilità del suo Comune dopo che si è scoperto un giro di oltre cento escort, alcune delle quali – come si evince da un’intercettazione – frequentavano anche gli uffici di Palazzo Vecchio. “In questi mesi i media hanno scoperto che a Firenze ci sono le escort, anche se poi sono gli stessi giornali che ne pubblicano gli annunci”, ha detto Renzi parlando all’emittente Lady Radio. Il giro di prostituzione è stato messo in luce da un’inchiesta della procura fiorentina nella quale è emerso anche un episodio, raccontato da una escort, di un incontro bollente in un ufficio dell’amministrazione con un un impiegato comunale. “Come sindaco ho il dovere di difendere il diritto alla dignità della mia città. Poi, per chi ha commesso reati, ci sarà il giudice. E io non faccio il giudice. Ma – ha aggiunto – se c’è una escort che racconta un episodio come quello, anche se in una sede distaccata degli uffici comunali e fuori orario di lavoro resterebbe una cosa gravissima, e c’è l’impiegato comunale chiamato in causa che nega, questo non può essere considerato, come ho letto, il bunga-bunga a Palazzo Vecchio”.

Ma non si tratta solo dell’intercettazione sull’incontro sexy con l’impiegato comunale. Il fatto è che la escort principale, quella che tutti si contendevano, abitava gratuitamente in una casa di una cooperativa amministrata dall’ex assessore Massimo Mattei, che si è dimesso “per motivi di salute” (il virgolettato è d’obbligo) proprio in concomitanza con l’emergere dello scandalo. Mattei si è difeso così: “La ragazza che sembra essere al centro delle inchieste la conoscevo bene. Era una mia amica da circa dieci anni, è stata dipendente della Cooperativa e di altre mie aziende in varie riprese e per vari periodi. Ha lavorato con profitto  e responsabilità, nessuno di noi sapeva, né poteva neppur  sospettare, che lei potesse fare un altro ‘tipo di lavoro’,  diversamente, pur senza dar alcun giudizio morale, l’uso dell’appartamento le sarebbe stato negato”.

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