Palermo, vigile urbano ucciso in casa dai ladri

25 Giu 2013 21:46 - di Redazione

Si è insospettito appena ha visto che la porta della sua abitazione era stata forzata. Era al telefono con la sua compagna, le ha detto di rimanere in linea, ed è entrato nell’appartamento al secondo piano di una palazzina modesta in via Scillato, nel quartiere Noce, a Palermo. Poi ha gridato: “polizia”. Dall’altro lato dell’apparecchio la donna ha sentito uno sparo. Poi, il silenzio. Mirco Vicari, 38 anni, vigile urbano, è stato centrato al petto dal proiettile sparato, durante una colluttazione, probabilmente con la sua pistola, dai ladri che aveva sorpreso a rubare in casa. É morto sul colpo. In diretta ha sentito tutte le fasi del delitto la compagna, anche lei vigile urbano, che ha subito chiamato la polizia. Un giallo tutto da decifrare, dicono gli investigatori, che stanno tentando di capire se, come sembrerebbe, si sia trattato di una rapina finita male o se qualcuno lo abbia atteso a casa per assassinarlo.
Vicari, ex lavoratore socialmente utile, assunto nel corpo di polizia municipale tre anni fa, era separato ed aveva due figli di 9 e 11 anni. Faceva i controlli nei mercati rionali della città ed era noto per il suo rigore. Dato che, secondo gli inquirenti, potrebbe fare ipotizzare anche l’omicidio per vendetta. Il vigile era uscito di casa, portandosi la pistola, per andare a fare la spesa. Mentre rientrava – avrebbe dovuto prendere servizio alle 14 – si è accorto che la porta era stata forzata. É entrato, rimanendo al cellulare con la compagna con cui stava parlando, e ha segnalato la sua presenza urlando “polizia”. Poi il colpo e la fuga dei banditi. Cosa sia accaduto lo stabiliranno gli inquirenti che ipotizzano che la vittima abbia cercato di fermare i ladri e che sia stata uccisa durante la colluttazione. Quando è arrivata la polizia, la pistola d’ordinanza di Vicari, una calibro 9, era ancora a terra. Accanto alla porta d’ingresso dell’abitazione gli investigatori hanno trovato il televisore del vigile e, in un sacchetto, una macchina fotografica ed altri oggetti di valore: probabilmente i ladri hanno abbandonato la refurtiva prima di fuggire. Nessuno dei vicini avrebbe sentito o visto nulla. Interrogati dagli investigatori hanno sostenuto di essersi resi conto che era successo qualcosa solo all’arrivo delle volanti.

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