Napolitano: sulle riforme io garante, non tiratemi per la giacca…

5 Giu 2013 10:04 - di Redazione

“Di fronte alla decisione del Parlamento di aprire un processo di riforme istituzionali e costituzionali, non posso che restare rigorosamente estraneo, preoccupandomi solo di garantire che tale processo si svolga secondo regole corrette e auspicando che non parta da sommarie contrapposizioni pregiudiziali”. Lo scrive in una lettera all’Unità il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, esortando “a non utilizzare impropriamente interventi pubblici da me svolti in varie occasioni per ‘tirarmi da una parte’ nella disputa in corso tra forze politiche e su organi di stampa”.

In pratica Napolitano non ha gradito che l’Unità abbia utilizzato un suo intervento pubblico di cinque anni fa per schierare il Quirinale contro il presidenzialismo. Un uso “improprio”, ammonisce Napolitano, che stride con il suo dovere di “garante” del processo riformatore.

Enrico Letta ha intanto firmato la nomina dei 35 esperti del diritto (tra cui 10 donne) con funzione consultiva rispetto al governo. Il primo organo a entrare in campo nella nuova partita per le riforme, è dunque la commissione di teorici e pratici del diritto incaricata di fornire i suoi input nel merito delle modifiche da apportare alla Costituzione. Gli esperti, che saranno ricevuti domani al Quirinale, lavoreranno nel tempo necessario al Parlamento per approvare il ddl costituzionale che definirà l’iter delle riforme. Fino a quando, insomma, saranno le Camere a entrare nel merito. Probabilmente dopo l’estate. Dai nomi appare evidente lo sforzo di rappresentare tutti gli orientamenti e le anime politiche. Si va da Lorenza Carlassare, nota costituzionalista vicina agli ambienti di sinistra, a Nicolò Zanon, che nel Csm è un laico espressione del Pdl. Ci sono poi i ‘saggi’ Valerio Onida e Giovanni Pitruzzella. C’è Luciano Violante, ma anche l’ex ministro di Berlusconi Franco Frattini e l’Udc Francesco D’Onofrio. E ancora: l’ex rettore della Bocconi Guido Tabellini, il costituzionalista Michele Ainis e il politologo Angelo Panebianco. Stavolta niente gaffe: le donne sono 10 su 35, da Nadia Urbinati a Elisabetta Catelani.

Si lavora in queste ore anche al testo del ddl costituzionale che disegnerà il percorso delle riforme e che approderà domani al consiglio dei ministri. I contenuti saranno quelli indicati nella mozione di maggioranza approvata in Parlamento. A partire dal ‘Comitato dei 40’ (20 deputati, 20 senatori), che elaborerà i testi. Il Comitato avrà in ogni caso solo poteri referenti: i testi saranno insomma emendabili in Aula. Ma per evitare che le leggi restino impantanate nel dibattito parlamentare, è probabile che nel ddl del governo sia indicato uno scansionamento preciso e serrato dei lavori, che garantisca di raggiungere il traguardo entro 18 mesi. A partire da una riduzione da tre a due mesi dei tempi che devono passare tra le letture delle due Camere. Di sicuro, ci sarà la possibilità di svolgere in ogni caso un referendum confermativo al termine del percorso.

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