Luca, due anni, morto in auto per asfissia. Forse era stato “dimenticato” dal padre

4 Giu 2013 19:24 - di Redazione

Una tragedia assurda, inspiegabile. Si chiamava Luca Albanese il bimbo piacentino di due anni trovato senza vita in un auto posteggiata in Strada Borgoforte, alla periferia est di Piacenza. Gli uomini del 118 hanno tentato invano di rianimarlo.Pare che il padre sia andato al lavoro e abbia dimenticato il piccolo in auto fin dal mattino. Tra le cause possibili del decesso l’asfissia per il troppo caldo all’interno dell’auto. I militari hanno interrogato il padre 39enne del piccolo Luca. L’uomo avrebbe dimenticato il piccolo nella vettura alle 8, quando ha posteggiato la sua Citroen all’esterno della ditta di catering Copra, dove lavora. «Ero convinto di averlo portato all’asilo», si è difeso l’uomo. Sarebbe stato proprio lui, e non un passante come si era detto inizialmente, a trovare il corpo esanime del bimbo in auto poco prima delle 17, al termine del suo turno di lavoro. Alle 16 infatti  il nonno è andato a prenderlo all’asilo e non trovandolo, ha raggiunto la Copra e dato l’allarme al figlio, che a quel punto angosciato è corso all’auto, per fare la macabra scoperta, in seguito alla quale è stato colto da malore ed è stato soccorso dai sanitari.

Non è la prima volta che le cronache ci consegnano pagine inspiegabili che parlano di bimbi dimenticati in auto e morti per asfissia. Tragedie inenarrabili, quasi impensabili. Orrore e impotenza, di fronte all’assurdo di una morte causata senza intenzionalità del male. Padri affettuosi, che hanno distrutto le loro vite causando la morte del figlio. Giudicare, in questi casi, è esercizio inutile, ingiusto. Subentra una richiesta sofferta di senso, la ricerca del perché. Dal prendersi cura e amare il proprio figlio a dimenticarlo in macchina, c’è un abisso che terrorizza al solo osservarlo. Nessuna mostruosità, solo la normalità tragica, banale e irreversibile. Psichiatri e psicoterapeuti vengono spesso interpellati. Parlano di Pulsione di Annullamento, di salto della Memoria Affettiva, di super stress o, all’opposto, di bassissima tolleranza allo stress. Ma di fronte all’assurdo, la scienza della patologia psichica rivela tutta la sua debolezza. Non solo non c’è una risposta univoca, ma non c’è soluzione. L’unica cosa certamente immaginabile è l’immane sofferenza di questo padre. Il rispetto del dolore è l’unica reazione possibile.

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