Le certezze del Pd crollano sotto i colpi della dura legge del West

14 Giu 2013 20:41 - di Francesco Signoretta

Enrico Letta si irrigidisce su Iva e Imu per ragioni di partito. Mette paura al Pd, infatti, il successo (quasi) silenzioso delle idee bollate per anni come “irricevibili” dalla sinistra. Sarebbe superfluo ricordare il sarcasmo sul famoso slogan “Meno tasse per tutti” che però, a dispetto delle risatine dei “democratici” sul modello Sarkozy-Merkel, portò al trionfo elettorale del centrodestra. Ora, a distanza di anni, tutti hanno capito che se non si riduce il carico fiscale, l’economia non è in grado di ripartire, ma in molti a sinistra stanno attenti a non dare ragione all’odiato Cavaliere. Superfluo sarebbe anche ricordare l’ira funesta di Bersani e compagni che accompagnò – alla vigilia del voto per le politiche – la proposta-choc di Berlusconi di cancellare l’Imu. Adesso si concorda sull’effetto nefasto prodotto dall’imposta sulla casa, tanto da aver deciso il rinvio del pagamento, ma sulla cancellazione totale nel Pd c’è chi frena per fare in modo che il Pdl non raccolga i frutti dell’attesa rivoluzione del catasto. Sarebbe altrettanto superfluo ricordare che un copione pressoché uguale è stato messo in scena sull’aumento dell’Iva, fino a quando si è capito che il demonio, il Cavaliere “mascarato”, lo psiconano aveva ragione. Ma anche su questo fronte si incomincia a dire che non ci sono i fondi e che la coperta è corta, provocando le dure reazioni dei commercianti. Nelle ultime ore colpisce l’accelerazione del governo (voluta chiaramente da Alfano) sul cosiddetto piano sicurezza delle città, che tra l’altro prevede il contributo dei militari e il potere di ordinanza ai sindaci in materia di ordine pubblico. Due proposte, nel recente passato, contestate in modo durissimo dal Pd e che ora diventano materia del governo delle larghe intese, dove lo stesso partito di Epifani è protagonista. Come per magia, il centrodestra non viene più accusato di voler “militarizzare” la città, magari per soddisfare vecchi istinti dittatoriali stile sudamericani, o di volere i sindaci-sceriffo con cappelli da cowboy e cinturone zeppo di pistole e pallottole. Forse perché non c’è un Alemanno da mettere sul banco degli imputati se accade un fatto di sangue a Roma per motivi passionali. O forse perché sono proposte sacrosante, che il Pd comincia a condividere, con qualche distinguo strategico di alcuni esponenti critici o con il metodo del silenzio-assenso. La parola d’ordine è che anche qui bisogna fare  attenzione a non santificare l’uomo di Arcore. Le certezze del Pd crollano sotto i colpi della dura legge del West. E per l’Italia l’importante è che le idee diventino concrete e i provvedimenti per la sicurezza vengano presi. Tutto il resto è politica-show. O meglio, tutto il resto è noia “democratica”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *