La Fieg: in 5 anni persi 1 milione di lettori. Non è solo un problema economico ma democratico
Tempi duri per la carta stampata. Secondo uno studio della Fieg le copie dei quotidiani vendute in un anno hanno subito un calo di quasi il sette per cento. Si tratta di un trend negativo che dura da cinque anni. A diminuire non sono solo le copie vendute ma anche i lettori. La Federazione Editori calcola che dal 2008 a oggi se ne siano andati circa un milione. E’ un dato allarmante che induce il presente della Fieg Giulio Anselmi a sollecitare misure da parte del governo. Il sottosegretario all’editoria Giovanni Legnini ritiene da parte sua che occorra un intervento pubblico “ben delimitato” con strumenti innovativi e finanziari che “accompagnino il turn over e l’occupazione” oltre a un intervento “urgente sulla distribuzione”. Il rappresentante del governo ha fatto in tal senso riferimento alla positiva esperienza francese in campo editoriale.
Un settore invece che se la passa decisamente bene è quello dell’editoria on line, i cui ricavi sono in costante crescita, come pure il numero delle copie digitali di quotidiani e periodici. Confrontando questi due dati (quello, negativo, riguardante la carta stampata e quello, positivo, riguardante a sua volta il web) si potrebbe superficialmente rilevare che la crisi della carta stampata è in realtà una crisi “tecnologica”, legata alla rivoluzione indotta dall’affermazione delle nuove tecnologie digitalinel mondo dei media. Ma ciò è vero in parte, dal momento che l’equilibrio tra media digitali e media cartacei è fondamentale nel processo di formazione dell’opinione pubblica. E in altri Paesi, che pure conoscono la perdita di peso della carta stampata, la situazione non appare così grave come in Iitalia.
Esiste quindi un profilo specificamente nazionale nella crisi dell’editoria, che deriva da una serie di fattori. Innanzi tutto l’assenza di interventi incisivi di incentivo agli investimenti e di razionalizzazione del settore. Ma c’è anche, per quello che riguarda il nostro Paese, un processo di progressiva delegittimazione dei giornali e della carta stampata, di cui la polemica di Grillo contro i giornalisti è certamente la manifestazione più eclatante. Occorre quindi riprendere un discorso di educazione civile alla lettura. Perché, come diceva Marshall McLuhan, il “medium è il messaggio”. Ciò vuol dire che certi messaggi possono essere affidati solo a tipo di medium e non a un altro. E ciò vuol dire anche che un milioni di lettori in meno per i giornali rappresentano un risorsa in meno per la democrazia.