Katharina torna libera: fu condannata a 21 anni per l’omicidio Mazza
Adesso è nuovamente una donna libera, Katharina Miroslawa, l’ex ballerina polacca condannata nel ’93 a 21 anni e 6 mesi quale mandante dell’omicidio dell’industriale Carlo Mazza, suo amante, il cui cadavere venne ritrovato a Parma il 9 febbraio 1986, a bordo di una Renault coperta di neve. Fu uno dei gialli che tennero banco sui giornali tra la fine degli anni ’80 e primi ’90. Quella che veniva definita “la bella Katharina” – e che ancora oggi a 51 anni è una donna di bell’aspetto – ha chiuso definitivamente il suo conto con la giustizia. E nel suo primo giorno da donna libera non ha nascosto la sua amarezza, continuando a professarsi innocente: «Ho vissuto tutta la vicenda dell’omicidio da protagonista pur non essendo né l’artefice né null’altro». In attesa di tornare qualche giorno a Vienna (dove venne arrestata nel 2000 dopo otto anni di latitanza e dopo essersi rifatta una vita e aver avuto una figlia, oggi ventenne, da un venditore d’auto di Parma) rimarrà ancora a Venezia, dove è stata per 12 anni nel carcere della Giudecca. Da due anni godeva della semilibertà, e lavorava come stilista di moda abitando in un appartamento. Ha anche avviato studi di filosofia teoretica, una scelta che rientra in un percorso di fede cominciato da anni e che nel 2006 l’aveva tra l’altro portata a ottenere il sacramento della cresima. «Sono ancora qui a Venezia – ha raccontato – perché devo fare un sacco di cose prima di partire per l’Austria. Devo sistemare tutto a cominciare dai miei libri. Mi sento frastornata». Il suo primo obiettivo è finire presto il suo libro: «Si chiamerà “Peccati” e spiegherà la mia storia. Finalmente dirò quello che sentivo, i miei pensieri più intimi, quello che succedeva dentro di me». Il libro verrà concluso durante l’estate e verrà presentato a Venezia, probabilmente durante la Mostra del Cinema. Katharina Miroslawa ha già sentito il suo legale, Paolo Righi: «La signora mi ha dato l’incarico di portare avanti la revisione del processo. Sto studiando come rifare le indagini difensive che erano state fatte in precedenza». L’obiettivo è quello di raccogliere le testimonianze «a riscontro della tesi del marito, che scagionava Miroslawa». Se riuscisse a dimostrare la propria innocenza con un nuovo processo, Miroslawa potrebbe anche incassare le due polizze sulla vita che Mazza aveva stipulato a suo favore, per oltre un miliardo di vecchie lire: «Non chiedo la revisione del processo per il denaro – ha però spiegato in interviste nei giorni passati Katharina – ma per rivendicare il diritto alla verità». Secondo le tesi dell’accusa furono proprio le polizze da riscuotere il movente dell’assassinio. Dopo un’assoluzione in primo grado, due appelli e due passaggi in Cassazione, Katharina e suo fratello Zbigniew Drozdzik vennero condannati a 21 anni e sei mesi di carcere, mentre Witold Kielbasinski, il marito della ballerina, padre del primo figlio oggi 33enne, e suo partner negli spettacoli, a 24. Quest’ultimo ad un certo punto spiegò che si era trattato di un delitto passionale, frutto della sua gelosia nei confronti di Mazza, nuovo compagno dell’ex ballerina.